Roma, 18 sett – Giorgia Meloni dialoga con la Ue e il tema sono ancora una volta i clandestini. Il blitz a Lampedusa del premier, però, sembra solo l’ennesima passerella necessaria in una situazione disastrosa.
Meloni, Ue e il solito “piano” senza sbocchi
La prima sparata è di Ursula von del Leyen, manco a dirlo. Il presidente della Commissione europa promette che “l’Italia può contare sull’Unione europea”. Diremmo noi, soprattutto su Francia e Germania, visti gli ultimi dissidi sui clandestini “di rientro” e ” diarrivo” proprio dal nostro Paese. Eppure, si continua a parlare. In italiano, per farci più piacere. Poi il piano di “dieci punti” articolato nel succitato “sostegno” nell’immediatezza, poi nel portare i clandestini fuori da Lampedusa, insistendo sull’inesistente “solidarietà” europea. E poi missioni navali e umanitarie, scene già viste, parole già pronunciate, ma soprattutto concetti già sperimentati che si contraddistinguono per una sola cosa: essere perdenti.
“Decidiamo noi chi arriva”: senza fermare gli arrivi (anche legali) è inutile
Siamo sempre lì: decidere chi arriva in luogo dei trafficantiì – ammesso e non concesso ciò avvenga – non è molto utile se poi di converso si “legalizza” il processo per centinaia di migliaia se non milioni di persone.Ed è questo che avverrà, per l’ennesima volta, salvo sorprese che non possiamo attenderci. Lo stesso atteggiamento ambiguo del presidente del Consiglio sulla questione non consente di essere granché ottimisti.
Alberto Celletti