Roma, 29 nov – È una Giorgia Meloni sul piede di guerra, sul governo, sulla manovra, sulle innumerevoli difficoltà da affrontare nel tempo presente. Il presidente del Consiglio, in un’intervista riportata anche dall’Ansa, ne ha per tutti.
Meloni ne ha per tutti: dalla manovra alla durata del governo
Il premier si dice sicuro della stabilità della manovra economica e della impossibilità di stravolgerla. Al massimo di ritoccarla, ascoltando suggerimenti da chiunque. Così parla Meloni al riguardo: “Possono arrivare certamente norme migliorative, non solo dalla maggioranza ma anche dall’opposizione”. Per la Meloni, dalla manovra stessa “emergono priorità e una visione: crescita economica e attenzione al lavoro, a partire dalla messa in sicurezza del sistema produttivo a fronte del caro energia”. Poi aggiunge: “Alcuni sono rimasti spiazzati dalle scelte di un governo che, si diceva, avrebbe favorito i ricchi: noi abbiamo scelto invece di sostenere i più fragili e rafforzare la classe media“. A chi già vede complicata la sopravvivenza del suo esecutivo in un momento così complicato, il presidente del Consiglio replica così: “Sapevo che sarebbe stato un compito arduo guidare una Nazione come l’Italia in uno dei momenti più complessi della sua storia. Non mi sono mai illusa, anche se rispetto a Draghi posso contare su una maggioranza chiara, un programma comune e un mandato popolare. Perché nel nostro ordinamento una persona sola non può fare la differenza: serve la squadra”. In ogni caso, a giudizio del premier, il governo “durerà a lungo, anche perché l’Italia ha pagato per troppo tempo l’assenza di stabilità”.
Le difese dagli attacchi della sinistra
La “destra moderna e conservatrice” che rappresenta la base politica del governo resiste, per Meloni a quello che viene definito “il racconto irreale e disastroso che la sinistra ha fatto in campagna elettorale sull’ipotesi di un governo Meloni è stato ampiamente smentito”. Sui mercati, il premier rassicura: “Lo spread è ai minimi rispetto agli ultimi mesi e a livello internazionale c’è grande attenzione nei confronti dell’Italia“. Sull’inevitabile polemica riguardo il Reddito di Cittadinanza, commenta l’incoerenza di “vedere il Pd, che votò contro l’istituzione del reddito, oggi scendere in piazza per difenderlo dimostra la strumentalità di certe posizioni” mentre “al M5s vorrei chiedere se quando lo hanno istituito lo immaginavano come una sorta di vitalizio da percepire dai 18 anni fino alla pensione. Se la risposta è sì, io non sono d’accordo”. Non finisce qui. Perché il presidente lancia frecciatine a Confindustria e al suo presidente Carlo Bonomi ( “più della metà delle risorse che abbiamo messo in campo è destinata alle aziende”) ma anche al segretario della Cgil Landini, a cui ricorda l’indicizzazione delle pensioni e il taglio del cuneo fiscale. Infine, su Ischia: “C’è tantissimo lavoro da fare ma serve anche un approccio culturale diverso. Perché ogni euro investito sulla cura del territorio è un euro investito per dare ai nostri figli un’Italia più sicura e protetta”.
Alberto Celletti