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Meloni attacca Zingaretti: “Altro che democratico, pur di non votare scende a patti col diavolo”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 8 giu – “Niente elezioni politiche per avere più soldi dall’Europa? E’ una giustificazione scandalosa. Il segretario del Pd ci spiega che per impedire agli italiani di scegliere a maggioranza il governo che vorrebbero è disposto a scendere a patti con il diavolo“. Giorgia Meloni va all’attacco di Nicola Zingaretti e dice: “Non capisco perché non si potrebbe votare. Voteremo in settembre per le Regionali e per il referendum sul taglio dei parlamentari. Il Covid ce l’ha con le elezioni politiche?”, fa presente la leader di Fratelli d’Italia, ospite a L’aria che tira su La7. “Per me – ribadisce – si può fare l’election day con le elezioni regionali“, che poi è la stessa richiesta della Lega.

“C’è sempre una scusa per non votare, specie se non vince la sinistra”

C’è sempre una scusa per non far votare in Italia, specie se non vince la sinistra. Penso che sia meglio votare perché per ricostruire bisogna chiedere conto agli italiani di chi debba ricostruire e con quali idee si debba ricostruire”, mette in chiaro, puntando il dito contro il partito “sedicente democratico”: “Vogliono riportare il sistema proporzionale perché fa fare i governi con gli inciuci di palazzo, e questo è l’unico modo con il quale oggi il Pd riesce ad andare al governo. In democrazia decidono i cittadini, non i partiti con i loro giochetti“. E a chi le chiede se vuole andare al voto perché i sondaggi danno FdI al 15 per cento risponde: “Sostenevo la necessità di elezioni anche quando avevamo percentuali inferiori”.

“Stati generali? Ci invitassero a parlare del dl Rilancio piuttosto”

Poi la Meloni interviene anche sugli Stati generali dell’economia. “Conte non mi ha invitata. E’ molto scaltro, chiede sempre il dialogo sul provvedimento successivo a quello che si sta discutendo. Lui non ci invita per parlare del decreto Rilancio, ma a parlare di cose che verranno dopo. O si vuole parlare con me di questo o non ho molto da discutere”, fa presente la leader di FdI. E alla domanda se parteciperà, nel caso fosse invitata, Meloni risponde: “Ne parlerò con gli alleati”.

“Centrodestra diviso? Siamo tre partiti con sfumature diverse, ed è giusto così”

E proprio a proposito del centrodestra, o destra-centro che dir si voglia, la leader di FdI rivendica le diversità all’interno della coalizione come una forza e non una debolezza: “Leggo ogni giorno ricostruzioni di questo centrodestra dove io e Salvini stiamo sempre a litigare, mentre Berlusconi va per i fatti suoi. Siamo tre partiti che hanno sfumature diverse ed è giusto che sia così anche in questa fase. Questo lo considero una ricchezza anche in una fase come questa”, precisa a L’aria che tira.

“Vero rischio per il Paese è non dare risposte al disagio sociale e far finta che non esista”

Infine la presidente di FdI difende a spada tratta la manifestazione unitaria del centrodestra del 2 giugno: “Non c’era scelta migliore che celebrare la nostra Repubblica dando voce a quell’Italia che non ci sta a rassegnarsi a un futuro del genere, un’Italia piegata da scelte sbagliate del governo. Questo non vuol dire impossessarsi del 2 giugno, anche gli altri partiti avrebbero potuto scendere in piazza”. Il “vero rischio per il nostro Paese” non è quello delle manifestazioni, chiarisce, ma “non dare risposte al disagio sociale e fare finta che quel disagio non esista. Il fatto che chi oggi vuole scendere in piazza si trovi con molta gente vuol dire una cosa molto precisa: significa che c’è un disagio molto più ampio di quello che il governo e la politica vogliono vedere. Anche le letture dei soliti soloni sui grandi quotidiani secondo le quali il centrodestra ha fatto un errore a manifestare il 2 giugno, in una nazione normale tutti sarebbero contenti se alcune forze democratiche decidessero di dare risposta a quel disagio, anche in piazza”, conclude.

Adolfo Spezzaferro

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