Roma, 17 gen – L”escalation in Medio Oriente è servirta e l’attore più temuto tra quelli “dormienti” si è messo in piedi: l’Iran si muove contro il “Grande Satana” Israele e i sui alleati degli Stati Uniti, con una dimostrazione di forza giustificata da alcune situazioni ritenute pericolose da Teheran. Su tutti, una base del Mossad in Iraq smentita in modo secco dal governo di Baghdad.
L’Iran scende in campo
L’Iran non fa sconti e attacca. Dimostrazione di forza e non solo, in un contesto che si incendia settimana dopo settimana e forse ormai perfino quotidianamente. Come riporta l’Ansa, l’elemento distintivo non è più “l’azione indiretta”, come era finora avvenuto con gli Houthi yemeniti o come gli Hezbollah in Libano, da sempre sostenuti dal Teheran in chiave anti-israeliana. Ora la potenza regionale mostra i muscoli in prima persona. Lo fa sull’Iraq, sulla Siria, sul Pakistan. Nel primo caso, per mandare un segnale alla “coppia” Tel Aviv-Washington, coloro che – per usare le parole dei vertici di Teheran – “crano insicurezza nella regione. Poi per “vendicare” il sanguinoso attentato di inizio gennaio a Kerman rivendicato dall’Isis. In uno scontro incrociato – e per il momento ancora indiretto -, l’esercito americano ha di nuovo colpito i ribelli filoiraniani Dopo aver colpito Erbil, la capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Teheran sottolinea di aver “distrutto uno dei principali quartier generali dello spionaggio del regime sionista (Mossad)”. L’obiettivo era “il centro per lo sviluppo di operazioni di spionaggio e la pianificazione di azioni terroristiche nella regione e soprattutto nel nostro amato Paese”. Un quartier generale smentito in modo secco da Baghdad che bolla la questione come “una falsità”. Teatro? Non proprio. Anche in Pakistan, l’Iran sembra intenzionato a mostrare i muscoli. E li ha mostrati, al punto da irritare il governo locale, che parla di attacchi aerei “illegali” sul suo territorio. “Una villazione ingiustificata dello spazio aereo”, una ” violazione della sovranità del Pakistan” che “è totalmente inaccettabile e può avere gravi conseguenze”.
Lo scontro tra le parti in Medio Oriente
Per come si stanno evolvendo gli scontri e le forze in campo, si stanno chiaramente rafforzando gli assi che, in questo momento, “giocano alla guerra” (per usare un’espressione leggera in un contesto che di leggerezza non ne ha alcuna, purtroppo). Il primo è quello “arabo”, per così dire, ed è composto dai combattenti di Hamas, dagli Hezbollah, e dagli Houthi, tutti con la regia – ormai neanche più dalle retrovie – di un Iran ormai apertamente sceso in campo. Dall’altro lato, i “soligi” Israele e Usa. In un’area geografica che adesso è diventata decupla rispetto anche al solo recente passato, quando, in pratica, riguardava solo la Strscia di Gaza.
Le proteste degli Usa
Le azioni militari di Teheran “contribuiscono all’escalation delle tensioni regionali e devono cessare”, dicono da Washington. I quali, a loro volta, continuano ad attaccare in Yemen con l’appoggio – anche operativo – britannico. Nel frattempo, a Gaza si continua a combattere. Ben 130 gli ostaggi israeliani attualmente tenuti da Hamas, e Tel Aviv continua a non fare complimenti. Sullo sfondo, anche l’espansione all’attore – per ora ancora minore – turco. Da Ankara, infatti, sono iniziate le azioni militari per colpire i miltanti curdi nel nord dell’Iraq e della Siria, distruggendo 23 obiettivi. Il caos in Medio Oriente, insomma, pare alzare il livello della tensione e degli scontri ogni giorno. La dimostrazione di forza dell’Iran potrebbe essere solo la punta dell’iceberg.
Stelio Fergola