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Manovra, voto di fiducia a mezzanotte. Slittano ancora i decreti per reddito e pensioni

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 21 dic – Al Senato è il giorno della manovra (rivista e corretta dall’Ue). Dopo la discussione generale – le opposizioni stanno attaccando il governo gialloverde per aver saltato il voto in commissione Bilancio – a partire dalle 22 sono previste le dichiarazioni di voto e intorno alle 23 il voto di fiducia, che dovrebbe concludersi verso mezzanotte.
Un tour de force in Aula perché il tempo stringe e il governo Lega-M5S deve presentare la legge di Bilancio nei termini fissati dall’Ue. Per riuscirci, il Parlamento lavorerà anche tra Natale e Capodanno. Questo il calendario: il lavoro della commissione Bilancio della Camera si svolgerà sabato 22 e domenica 23. Poi Il presidente della Camera, Roberto Fico, convocherà l’Aula di Montecitorio per discutere il testo, in terza lettura, giovedì 27, con prosecuzione prevista per venerdì 28. Con voto di fiducia probabilmente in serata o sabato 29.
“Lavoreremo anche tra Natale e Capodanno” anche perché “siamo profumatamente pagati per farlo”, conferma il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio. “Comunque la Camera ha lavorato e migliorato il testo, l’impianto già c’era” ha aggiunto in replica alle critiche per aver bypassato il voto della commissione Bilancio in Senato.
Poi il capo politico del M5S torna sul dietrofont del governo, che alla fine ha ceduto ai diktat Ue. “L’approdo al 2,04% del deficit/Pil è “l’approdo di una trattativa” con la Commissione che il governo aveva preparato “partendo dal 2,4%“, sostiene il vicepremier, secondo cui l’obiettivo finale del governo quindi – in stile contrattazione al mercato – era fin da subito chiudere al 2,04%.
Di Maio, intervenuto ad Agorà su Rai 3, spiega che “con l’1,6% aumentava anche l’Iva. Noi abbiamo detto: vogliamo fare quota 100, reddito cittadinanza, aumento pensioni minime, aiuti agli imprenditori, rimborsi ai truffati delle banche” e tutti questi obiettivi valgono “per noi il 2,4%, poi siamo andati alla trattativa e siamo arrivati a 2,04% ma se partivamo dall’1,6% andavamo ancora più sotto e finiva che dovevamo chiedere anche i soldi degli italiani”.
Intanto, secondo quanto rivelano fonti del governo, i decreti legge sui due provvedimenti-bandiera di M5Se e Lega, ossia reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni – inizialmente attesi tra Natale e Capodanno – dovrebbero arrivare in Consiglio dei ministri a inizio gennaio.
Sempre sul fronte della maggioranza gialloverde, invece, per oggi è previsto alle 15 il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, con all’ordine del giorno il tema delle autonomie. A tal proposito la Lega, per bocca del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, ha fatto sapere che la questione è dirimente per la stessa sopravvivenza del governo. Parole a cui ha replicato in mattinata il vicepremier Di Maio, chiedendo di “non alzare tensioni, visto che noi abbiamo sostenuto i referendum autonomisti”.
Adolfo Spezzaferro

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