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Ma quanto ci vuole a fare una legge elettorale?

by Rolando Mancini
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 Roma, 29 nov – “Il governo mette al centro della sua agenda politica le riforme strutturali e la riforma  della legge elettorale”, è una dichiarazione che hanno fatto nell’arco degli ultimi due anni  tutti gli esponenti politici dei principali partiti. Tutti vogliono cambiare la legge elettorale,  quasi fosse la causa di tutti i mali che affliggono il paese, ma nessuno lo ha ancora fatto. Il  Pd si accorge che la legge elettorale è uno scempio solo dopo che perde le elezioni e  nonostante non riesca ad avere una maggioranza al Senato da 13 anni (esclusa la parentesi  del Governo Prodi che si reggeva comunque sul voto dei senatori a vita), Letta non  sembra intenzionato ad accelerare i tempi di modifica della legge. L’impressione è che  si usi la scusa della legge elettorale per prolungare questo ennesimo governo tecnico, della serie “non si può tornare al voto con questa legge elettorale e quindi noi non ce ne possiamo andare”. Non ci sono le regole quindi non si può giocare la partita. Ma dato che le regole le potrebbero cambiare i giocatori l’impressione è che non ci sia tutta questa voglia di giocare.

Facendo un breve conteggio Pd, Sel e M5S potrebbero insieme cambiare la legge elettorale e garantire così la governabilità (parolina magica che ci è costata due governo tecnici con tutto il circo che ne segue), il problema è che se il Pd fa la legge elettorale con i grillini Alfano leva la fiducia e si torna a votare. Quindi la mossa di Letta potrebbe essere quella di fare la legge agli sgoccioli del proprio mandato in modo che tutti possano dirsi puliti : Letta potrà dire che Alfano è irresponsabile, Alfano dirà che la sinistra si è comportata in modo scorretto, il M5S dirà che grazie a loro si è fatta una legge elettorale dopo anni di porcellum e tutti felici e contenti dentro il palazzo. Naturalmente è solo un’ipotesi, ma anche se ciò non dovesse verificarsi e la farsa delle legge elettorale si risolverà (ammesso e non concesso che si risolva la faccenda) in altro modo è chiaro che quella parola di cui tanto si van riempiendo la bocca, “democrazia”, è diventata solo una bella parola da dire nelle situazioni importanti. In Italia l’ultimo presidente eletto con regolari votazioni è stato lo spauracchio Berlusconi, dopodiché solo manovre di palazzo con la sapiente regia di Napolitano.

Rolando Mancini

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