Roma, 27 ago – Potevano i miliardari sportivi della Nba sottrarsi alla montante ondata di indignazione per il ferimento di Jacob Blake ad opera della polizia? Evidentemente no, la tentazione era troppo forte e infatti, nella giornata di ieri, i Milwaukee Bucks hanno pensato bene di boicottare la loro partita, seguiti a ruota da sportivi di altre discipline come il tennis, il football e il baseball. Milwaukee sorge ad appena cinquanta chilometri da dove il pregiudicato Jacob Blake è rimasto ferito durante un fermo.
Si tratta della prima volta nella storia americana che le principali discipline sportive rimangono paralizzate per motivazioni politiche. Incredibilmente, un fatto del genere non era avvenuto nemmeno negli anni delle grandi battaglie per i diritti civili che si sono dipanate tra gli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo; ma ci si arriva oggi, nel protestare in nome di quelli che – criticabile o meno l’operato della polizia – rimangono dei criminali, con alle spalle, per altro, dei crimini particolarmente odiosi. Nel caso di Blake, la violenza in danno di una minorenne, il che, ci sarà consentito, lo rende molto diverso dal paradigma di un perfetto esempio per i diritti civili.
Ma, si sa, gli sportivi non vanno troppo per il sottile; e prendendo esempio dai giocatori del Milwaukee, la Nba è stata costretta a rinviare altre due gare, Houston-Oklahoma City e Los Angeles Lakers-Portland, in cui tutti gli atleti si sono dimostrati solidali con la «causa». Dal basket si è passati quindi, con una diffusione a macchia di leopardo, anche nel baseball, con i Milwaukee Brewers, concittadini dei Bucks, che si sono rifiutati di scendere in campo contro Cincinnati. Non va meglio nel football, nella cui Lega si è arrivati ad annullare cinque delle sei partite in cartellone.
Come in tutte queste campagne, in cui impegno politico e sprezzo del ridicolo spesso sono separati da una linea molto sottile, è dagli sport individuali – a cui pure la campagna si è traslata – che ci arriva l’assai significativo tweet della tennista giapponese Naomi Osaka, la quale, annunciando di non avere la minima intenzione di disputare la semifinale degli Western & Southern Open Usa ha twittato, nientemeno, «prima di essere una atleta, sono una donna nera». L’associazione tennis Usa ha fermato tutti gli incontri previsti per la giornata di oggi, assecondando quindi la richiesta della tennista nipponica.
Cristina Gauri
6 comments
Basta NON pagare la pay TV per un anno …. e vedrete come saranno
antirazzisti ….
Joe Bidè per sconfiggere TRUMP “distruggerà” gli USA …. piangeremo ???
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
[…] Lo sport Usa si inginocchia all’antirazzismo. Per la prima volta fermi… […]
I soldatini dello sport si inginocchiano, si fermano, mostrano a tutti il loro sdegno – sopratutto via social. In realtà, fanno la figura di un obbediente esercito di soldatini omologati e privi di qualsivoglia consapevolezza del presente – in definitiva, appaiono per quello che sono: gli utili idioti dei centri del potere. Eduardo Galeano disse: “Come preservare questa disuguaglianza se non con le scosse elettriche?”.
Certamente, uno dei modi per distogliere l’attenzione dalla progressiva erosione dei diritti sociali avvenuta negli ultimi 40 anni in Occidente, è quello di concedere ampio spazio alla lotta contro tutte le discriminazioni ontologiche e fomentare feroci contrapposizioni all’interno delle popolazioni. Non è un caso se tutte le “battaglie” civili registrino una copertura mediatica strabiliante, il compiaciuto sostegno di multinazionali, campioni dello sport, attori di Hollywood, personaggi della cultura e della politica. Il sistema non regge più, non è più in grado di rispondere alle problematiche della maggioranza delle persone ed allora cavalca quel feticcio di conflitto politico contemporaneo inerente i diritti civili.
Indubbiamente questo genere di “battaglie” appaiono davvero vantaggiose per le classi dominanti: distolgono lo sguardo dei ceti inferiori dai comuni interessi di classe: disuguaglianze scandalose; precarietà e flessibilità lavorativa; disoccupazione ormai cronica; privatizzazioni; scuola allo sfascio; smantellamento dello stato sociale; fenomeni migratori; svuotamento della democrazia; poteri sovranazionali irresponsabili e cittadini divenuti ormai irrilevanti. Un’altra delle caratteristiche delle lotte per i diritti civili(?) è quella inerente il carattere profondamente divisivo che le contraddistingue: bianchi vs neri; uomini vs donne; autoctoni vs migranti; LGBT vs Etero, ecc. Tutte queste problematiche vengono volutamente affrontate da un punto di vista meramente ideologico. Non sono ammesse analisi, riflessioni, il pensiero è bandito: prevale l’insulto, l’intelleranza settaria imperversa. Ma l’elemento principale per il quale i poteri forti sostengono e promuovono la tutela dei diritti civili è che non mettono assolutamente in discussione l’attuale struttura di potere e gli interessi dei ceti dominanti non vengono minimamente intaccati.Le battaglie contro tutte le discriminazioni – oggigiorno – sono assolutamente funzionali alla perpetuazione del Sistema dominante e alla legittimazione e al consolidamento dei rapporti di potere vigenti nella nostra società.
Manifestazioni di protesta: Gilets Jaunes da una parte e Antifa, BLM, Movimento Greta, Sardine dall’altra: confrontate le reazioni di Governo e Media: capirete quali sono le battaglie che disturbano il Potere e quali invece finiscono per costituirsi come un utile diversivo.
[…] Roma, 23 nov – Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano una delegazione della National Basketball Players Association, il sindacato che rappresenta i giocatori Nba. Tema affrontato nell’udienza privata: la giustizia sociale, il privilegio bianco – se non vi fa abbastanza sorridere l’immagine di sportivi afroamericani dai cachet milionari che si lamentano del “privilegio bianco” con il Santo Padre – il Black lives matter, tutti argomenti al centro di una infuocata campagna mediatica sfociata nella sospensione di due giornate della stagione sportiva. […]
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