Roma, 20 mag – Dopo lo scandalo per un presunto giro di tangenti e le conseguenti dimissioni dell’ex presidente Enrico Saggese, superato il periodo di commissariamento, sulla base di una rosa di nomi predisposta da una commissione di esperti il Ministro per l’Istruzione l’Università e la Ricerca, Stefania Giannini (quota Monti), ha nominato il Prof. Roberto Battiston nuovo presidente dell’Asi – Agenzia Spaziale Italiana.
Dotato di un curriculum sicuramente eccellente, in cui risaltano le competenze nel settore della fisica spaziale, in particolare delle astroparticelle ma non della propulsione spaziale in cui tanta industria italiana è impegnata – e infatti non temiamo smentite sostenendo che il novello presidente non ha competenze specifiche in questo ramo così importante – poteva essere considerato un candidato almeno alla pari con altri eccellenti scienziati italiani per un posto, la presidenza dell’Asi, che vale quanto e più di un ministero, per bilancio e per gli impatti sull’industria, l’economia e il prestigio della nazione.
Nel merito, quindi, una prima piccola ma non trascurabile macchiolina. Siccome però nel pubblico la forma è sostanza oppure, detta ancora meglio e parafrasando un antico detto, la nomina pubblica deve non solo essere imparziale, ma anche sembrare imparziale, ci sia consentito qualche dubbio almeno sull’apparenza.
Roberto Battiston è infatti coniugato con Maria Prodi (vedi anche qui e qui), ex assessore alla scuola, formazione, lavoro ecc alla Regione Umbria la cui nomina ai tempi sollevò più di una perplessità, nonché nipote di Romano Prodi (di nuovo qui, poi qui, e ancora qui).
Ora, tutto va bene, ma possibile che non si trovasse in giro, nemmeno nella rosa dei cinque nomi proposti dalla commissione presieduta da Fabio Beltram, direttore della Scuola normale superiore di Pisa, dopo la valutazione di 55 potenziali candidati, un soggetto che non fosse legato ai grandi (grandissimi, in questo caso) nomi della vecchia politica nazionale?
C’è anche chi ha notato che questa nomina rappresenta un “siluro” a Renzi, essendosi distinto Battiston, nel recente passato, per una battaglia contro la spending review tanto cara a Renzi, che “minacciava” di accorpare enti di ricerca o almeno i relativi organismi dirigenziali, che poteva avere un certo impatto almeno sui vertici di quell’istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) già feudo del nuovo presidente dell’Asi.
Ci sia infine concesso il proverbiale in cauda venenum, su cui volutamente non approfondiremo: non possiamo che augurare migliore fortuna agli allievi e colleghi, “orfani” del capo appena promosso a tanto onore, con le prossime misure astroparticellari presso i laboratori Infn del Gran Sasso, dal momento che nonostante la grancassa e perfino un premio Nobel concesso (ad altri) per la presunta e mai realmente confermata scoperta del bosone di Higgs (forse perché non ha nemmeno senso?), rimane più che altro il dubbio scientifico che finora non si sia trovato un solo risultato degno di nota e tanto meno di reale utilità, come dimostrato da un’imponente letteratura contraria prodotta tra molti altri dalle università americane di Purdue e di Stanford e dal dipartimento di fisica dell’american air force. Ci sbaglieremo anche, ma il sospetto è che dietro a tutto questo ci sia più vuoto cosmico che risultati concreti. Speriamo per l’Italia che all’Asi vada meglio.
Lapo Antenori
1 commento
Molto interessante l’articolo
Curo un blog dedicato alle attività spaziali
Sarebbe interessante mettersi in contatto.