Roma, 11 dic – Torna a far discutere il Mes e il governo non sa da che parte girarsi nel letto. Resistere? Cedere? Bella domanda. Indubbiamente, in questo anno di mandato, l’esecutivo non ha acconsentito che l’Italia ratificasse l’ormai famigerato “meccanismo europeo di stabilità”. Però molto è cambiato, dal punto di vista comunicativo, rispetto alla campagna elettorale e agli esordi.
Mes, il governo prende tempo
Per ora la sensazione predominante è questa: prendere tempo. Le dichiarazioni provenienti dalla maggioranza, ieri, hanno confermato questa tendenza. Il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, come riportato su Tgcom24, ha commentato così: “Il Patto di stabilità è lontano da essere concluso, e anzi vi do una notizia: penso proprio che il 14 dicembre non discuteremo del Mes. Il ministro Giorgetti ha fatto giustamente presente che è in calendario ma esistono provvedimenti che vengono prima. La posizione della Lega è nota, pensiamo sia uno strumento superato ma aspetteremo di capire le indicazioni del premier Meloni”. Raffaele Fitto, il più camaleontico, la butta sull’ aspettare il prossimo consiglio Ue”, perché si tratta di “un pezzo di ragionamento ampio”, anche alla luce della “trattativa sul Patto di stabilità, le cose vanno raccordate. Pensare che ci sia una discussione a parte che non tenga conto di queste due cose non ci convince”. Ovviamente, a spingere di più è Forza Italia. Per il capogruppo alla Camera Paolo Barelli “il Mes può essere approvato se utile a ottenere la deroga al Patto di stabilità come l’Italia vuole. Previo un ulteriore passaggio del Parlamento in caso di reale utilizzo. La ratifica, quindi, può essere utile per rasserenare gli altri Paesi europei”. Ed è qui che casca l’asino.
Lo “scambio”
L’Italia è l’unico Paese a non aver ratificato il Mes. E no, non è che perché “lo fanno tutti” che dobbiamo seguire la stessa strada. Ora sorge il punto evidenziato nell’ultima dichiarazione riportata: si vota il Mes in “cambio” di una nuova versione “leggera” del Patto di Stabilità? Ammesso e non concesso che il grimaldello possa funzionare, dal momento che sul presunto e inesistente nuovo “Patto” non si trovano accordi, la situazione non pare ottimale comunque. Beninteso che ratificare il Mes non significa utilizzarlo, il governo è consapevole della situazione finanziaria dell’Italia, sempre sulla graticola estrema di un Paese messo all’angolo e suscettibile di poter essere ricattato in ogni istnate. I debiti in teoria vincolanti a cui stringe il Patto in cambio di uno strumento che se le cose dovessero andare ancora peggio può portare a catastrofi imprevedibili. Sembra un eterno gioco di carte in cui non si guadagna mai.
Stelio Fergola