Roma, 7 gen – Matteo Salvini attacca il governo giallofucsia per la gestione fallimentare della crisi libica. “Per Di Maio è colpa di Salvini? Fino ad agosto l’interlocutore principale libico era l’Italia. Ora in Libia ci sono tutti e nessuno chiama più gli italiani. Se al governo non sono capaci, facciano altro“. Così il leader della Lega a Radio 24. “Se Conte e Di Maio – aggiunge Salvini – danno ragione a uno un giorno e all’altro il giorno dopo… fanno arrabbiare prima uno e poi l’altro. E nessuno considera più l’Italia”. E prosegue: “In Libia c’è un governo riconosciuto? Io sostengo per dignità e coerenza il governo legittimo. Da ministro parlerei ai ministri, non ad altri”. “Io – rilancia il leader della Lega sempre riferendosi al ruolo del ministro degli Esteri – sarei in Libia, non a Palazzo Chigi a parlare di legge elettorale con Zingaretti. E poi se dai ragione a uno il lunedì e all’altro il martedì, finisce che fai incazzare tutti e due e poi succede che chiamano i turchi“. Le parole di Salvini si riferiscono alla guerra in atto tra le forze del premier al Serraj e quelle del generale Haftar, che vuole conquistare Tripoli. Come è noto, l’unico governo riconosciuto come legittimo è quello di al Serraj, che da qualche giorno può contare sull’aiuto militare della Turchia, ma dietro Haftar ci sono potenze straniere come la Russia e la Francia.
Media russi: “Le truppe di al Sarraj hanno riconquistato Sirte”
Intanto, le forze che fanno capo al Governo di accordo nazionale libico di Sarraj avrebbero riconquistato Sirte, anche se i combattimenti continuano. Lo riferisce l’agenzia Interfax, citando il capo del gruppo di contatto russo. Secondo The Libya Observer, le forze Al-Bonyan Al-Marsous, che hanno sconfitto l’Isis a Sirte, si sono mobilitate per lanciare un contrattacco in città per respingere i gruppi armati di Haftar che ne hanno preso il controllo ieri.
Una soluzione politica del conflitto è sempre più remota
La missione Ue per cercare una soluzione politica della crisi – che era stata fissata per oggi – è stata rimandata a data da definirsi dopo che al Serraj aveva detto che vista la situazione in Libia non era il caso di incontrare l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e i ministri degli Esteri di Germania, Francia, Regno Unito e Italia. Adesso il premier di Tripoli fa sapere che non c’è spazio per la diplomazia, visto che “rifiuta categoricamente di incontrare Khalifa Haftar“.
In questo scenario, l’Italia è stata messa all’angolo, proprio a causa di una politica estera praticamente nulla. E con la guerra, i flussi migratori dalla Libia verso di noi potrebbero ben presto rivelarsi incontrollabili.
Adolfo Spezzaferro
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