Roma, 6 gen – Come era prevedibile, la missione diplomatica Ue a Tripoli, prevista per domani, guidata dall’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, e alla quale – insieme ai suoi omologhi di Regno Unito, Francia e Germania – avrebbe partecipato anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “è stata rinviata a data da destinarsi, alla luce delle condizioni attuali” nel Paese. A farlo sapere è il ministero degli Esteri del governo di Accordo nazionale libico. Il premier al Serraj aveva fatto chiaramente sapere di non voler ricevere la delegazione Ue: “Non venite in Libia, per motivi di sicurezza, qui è pericoloso“. Ma al di là delle questioni di sicurezza, la posizione di al Serraj è più che chiara: sono già arrivati i primi militari mandati dalla Turchia a difesa di Tripoli, altro che soluzione politica della crisi. Anche perché in Libia c’è una guerra a tutti gli effetti. E se proprio dovesse venire, la delegazione Ue, andasse prima a parlare con i nemici del governo di Accordo nazionale. “L’Italia e l’Europa andassero prima da Haftar convincendolo al ritiro, prima di venire qui“, tagliano corto i fedelissimi di Al Serraj.
Italia nell’angolo, sempre più umiliata
Una cosa è certa, l’Italia in questa situazione ha un ruolo marginale se non inesistente. Eppure il conflitto nella regione ci riguarda molto da vicino, non soltanto geograficamente, già soltanto per i flussi migratori che potrebbero divenire a breve davvero incontrollabili. Ma il governo giallofucsia è nell’angolo, con un ministro degli Esteri assolutamente non all’altezza della situazione. “L’incapacità della politica di sicurezza nazionale del governo Conte II ci ha portato anche questa umiliazione, con al Serraj che non vuole la delegazione europea a Tripoli e la Francia che ci fa le scarpe: ora però basta piangere sul latte versato”, è la posizione dell’ammiraglio Nicola De Felice, tra i massimi esperti di sicurezza marittima e non solo.
Ammiraglio, come giudica la mancanza di tempismo della Ue nella crisi libica?
“Come volevasi dimostrare: la Ue è in netto ritardo, volutamente. Per non affrontare il caos libico del quale non gliene importa nulla o al più fa comodo alla Francia non intervenire come Europa. E l’Italia? Isolata come non mai, paga in questo modo la sua geopolitica di bottega limitata alle beghe di palazzo”.
Che cosa deve fare il governo per preservare la sicurezza nazionale?
“Non basta scimmiottare chissà quale capacità diplomatica rincorrendo i vari attori da una capitale all’altra: il governo deve attivare subito tutti gli strumenti del potere nazionale oltre a quello diplomatico, quello militare, l’economico e l’intelligence per fare pressione seria non solo sulla Libia, ma anche sui nostri alleati, a partire dagli Usa, per la difesa degli interessi nazionali nel Mediterraneo”.
Adolfo Spezzaferro
5 comments
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.giustissimo …essere attivi in “politica” estera..intervenire militarmente scegliendo come “alleato” il meno peggio.. che sicuramente non è al Serraj…..e come sicuro alleato Putin…
La Libia va divisa, est ovest, lo dicevamo già circa un secolo fa! Dovevamo giocare d’ anticipo quando hanno buttato fuori i ns. connazionali…, ma qui in Italia erano quasi tutti esterofili con la bandiera rossa. Ovvio che i loro figli oggi “fumano”…
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[…] questo scenario, l’Italia è stata messa all’angolo, proprio a causa di una politica estera praticamente nulla. E con la guerra, i flussi migratori […]