Roma, 26 gen – Inciucio perenne. È questo il risultato del pronunciamento della Consulta sulla legge elettorale, la condanna dell’Italia a eterni “governi di coalizione”. La Corte Costituzionale ha infatti trasformato l’Italicum, bocciando il ballottaggio e salvando il premio di maggioranza, che andrà al partito che raggiunge almeno il 40% dei voti. Restano le pluricandidature, ma solo affidando la scelta finale del candidato eletto in più di un collegio a un sorteggio. Resta, inoltre, lo sbarramento al 3%.
I giudici hanno inoltre aggiunto che, con questa sentenza, “la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione”. Insomma, si può votare anche domattina, come chiedono in molti. Su questo punto, tuttavia, peserà il parere di Mattarella, che non è intenzionato a sciogliere le Camere se non ci sarà una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato. Anche Renzi, che pure sembra abbia esultato per la sentenza, avrebbe detto ai suoi di frenare sulle elezioni, ma solo per una questione mediatica: non dare l’impressione di pensare a questioni “politichesi” in un momento di grande emozione per il Paese in seguito alla tragedia del terremoto.
Berlusconi, dal canto suo, andrebbe a votare tra 10 anni, se potesse, figuriamoci. Spingono invece per le elezioni i grillini, ma anche Salvini e Meloni. I primi puntando al 40% (comunque difficilissimo da raggiungere anche per loro), i secondi per partecipare all’inciucio o per accreditarsi come unica opposizione. Resta comunque il grande scoglio dell’ingovernabilità, che è poi funzionale alle grandi ammucchiate, le quali a loro volta sono perfette per applicare i diktat economici delle oligarchie e per accelerare l’invasione. Insomma, comunque vada sarà un disastro.
Giorgio Nigra