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Lega, 10 anni di carcere per la maternità surrogata: la proposta del Carroccio

by La Redazione
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Roma, 21 giu – La Lega prova a stringere ancora di più la lotta alla maternità surrogata, come riporta il Giornale, arrivando a chiedere nell’emendamento alla legge in via di approvazione una pena ancora più severa per l’atto, anche se commesso all’estero, che dovrà essere punibile in Italia indipendentemente se commessa all’estero, come allo studio alla Commissione Giustizia in Senato.

Lega, cosa contiene la stretta sulla maternità surrogata

Reclusione da 4 a 10 anni e una multa da 600mila euro a 2 milioni, oltre alla punizione de l pubblico ufficiale che registra i figli nati da quella pratica. È il contenuto dell’emendamento promosso dalla Lega contro la maternità surrogata, altrimenti nota come “utero in affitto”. Il gruppo del Carroccio ha depositato in realtà due proposte di correzione al disegno di legge del 2023, entrambi con primo firmatario il capogruppo Massimiliano Romeo.

Le modifiche

Nel testo della modifica si legge che “in qualsiasi forma, commissiona, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità” si dovrà essere puniti “con la reclusione da 4 a 10 anni e con la multa da 600 mila euro a 2 milioni di euro”. Sanzioni decisamente più severe di quelle previste per il riferimento alla legge 40 del 2004, “secondo la quale contro la surrogazione di maternità scattano il carcere da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600 mila euro fino a un milione”. La firmataria del disegno di legge, in questo momento al vaglio al Senato, è la deputata Carolina Varchi di Fratelli d’Italia.

L’altra modifica, riguardante il secondo comma dell’emendamento, precisa che il reato è perseguito anche se commesso  “in tutto o in parte, all’estero”, introducendo la punibilità del pubblico ufficiale che annota nei registri dello stato civile i bambini nati da maternità surrogata “ai sensi dell’articolo 567, secondo comma, del codice penale”. Poi c’è l’ultima correzione che riguarda la definizione di “surrogata”, intesa come “pratica riproduttiva mediante la quale gli adulti ottengono prole delegando la gravidanza e il parto a una donna esterna alla coppia, che si impegna a consegnare loro il nascituro” .

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