Roma, 31 ott – L’Atletico Madrid sta studiando da vicino il profilo di Maurizio Sarri con l’intenzione di valutarne l’ingaggio per la prossima stagione nel caso di chiusura anticipato del ciclo Simeone. Rappresentanti del club spagnolo stanno seguendo dal vivo le partite del Napoli e anche la metodologia di allenamento di Sarri. Va spiegato che il tecnico ha un contratto con il club di De Laurentiis fino al 2020, un ingaggio sul milione e 700 mila euro netti a stagione ritoccato di recente ma una clausola rescissoria di 8 milioni di euro per poterlo liberare prima della scadenza del contratto. L’eventuale conquista dello scudetto renderebbe meno amara e più digeribile la partenza del toscano. Su Sarri, in questo momento uno degli allenatori più ammirati in Europa per la qualità del calcio, ci sono anche altri club, ma le mosse dell’Atletico Madrid non vanno sottovalutate. Curiosamente, Simeone ha il contratto in scadenza nel 2020 come Sarri ma, rispetto al collega, guadagna quattro volte tanto: 6 milioni di euro più bonus.
Per questo, liberandosi consensualmente del suo pesante ingaggio, per l’Atletico non sarebbe un grosso problema pagare la clausola di Sarri al fine di aprire un nuovo ciclo, non necessariamente vincente in una stagione, ma fatto di calcio spettacolare e offensivo che tanto va di moda in Spagna; un po’ l’opposto del calcio solido ma poco divertente dell’attuale Atletico Madrid. Il mercato degli allenatori è già in pieno fermento sia per il presente (Juric al Genoa resta solo se vince il derby di sabato; Montella al Milan se fa bene giovedì in Europa League e col Sassuolo in campionato) che per la prossima stagione. Sia in Italia che all’estero. Per dire: via Ancelotti e preso il traghettatore Heynckes, per la prossima stagione al Bayern Monaco hanno già scelto l’emergente profeta Julian Nagelsmann attualmente sulla panchina dell’Hoffenheim.
IL SOGNO CONTE O PAULO SOUSA – Se Sarri dovesse lasciare il Napoli, chi al suo posto? I nomi da seguire, con difficoltà diverse ma qualche intreccio col Milan simile, sono per il momento quelli di Antonio Conte e di Paulo Sousa. Il tecnico del Chelsea sarebbe l’obbiettivo numero uno per l’ennesima ripartenza del Milan sempre ammesso che non ci siano altri ribaltoni in società come abbiamo spiegato martedì scorso parlando di un club in difficoltà economica e potenzialmente in vendita. Per questo, lo stesso Conte, arrivato oramai al capolinea al Chelsea nonostante il rinnovo del contratto in estate e voglioso di tornare in Italia anche per ragioni familiari, nutre comunque qualche perplessità sul Progetto Milan. E poi, con i problemi fiscali derivanti principalmente da un debito di 350 milioni (interessi compresi) da restituire al fondo Elliott entro il prossimo novembre, il Milan riuscirebbe a garantire un contratto da quasi 10 milioni all’attuale allenatore del Chelsea?Come hanno scritto da tempo in Germania, il club di Abramovich ha già scelto il tedesco Tuchel, ex Borussia Dortmundt per ripartire. Ma qualcuno sostiene che se non dovesse entrare in Champions, Conte potrebbe essere esonerato anche a stagione in corso anticipando l’arrivo dell’ex tecnico del Borussia Dortmundt.
Per Conte invece, De Laurenttis stravede: prima che accettasse la Nazionale nel post Juve, il patron del Napoli ospitò in barca il tecnico pugliese progettando di poterlo ingaggiare. Da allora, di acqua, ma soprattutto di soldi in tema di ingaggio e pretese, molte cose sono cambiate e Conte sembra quasi inavvicinabile per il calcio italiano. Se il Milan riuscisse ad andare avanti con Montella fino a fine stagione, ci proverà sicuro perché segnali in tal senso li ha già mandati e una figura di spessore come Conte sosterrebbe anche il lavoro di Fassone e Mirabelli. Ma siamo sicuri che Montella riuscirà ad arrivare a fine campionato? Già detto: due passi falsi nelle prossime partite gli costeranno probabilmente il posto; ragioni economiche e di opportunità, spingono il Milan verso la scelta di un traghettatore per impegnarsi contrattualmente solo fino a fine stagione: da non trascurare quindi la promozione di Rino Gattuso dalla Primavera. In caso contrario la società sarebbe quasi costretta a scegliere un tecnico disposto a firmare per un progetto almeno biennale. Ecco qui, tornar fuori il profilo di Paulo Sousa, ex Fiorentina. Profilo gradito al club rossonero ma anche a De Laurentiis per l’eventuale sostituzione di Sarri. Insomma, scenari piuttosto intriganti.
IL FUTURO DI ALLEGRI – Molti addetti ai lavori sono rimasti sorpresi dalla recente polemica a distanza tra Andrea Agnelli e Conte che si è lamentato per la mancanza di riconoscenza da parte del presidente juventino sul lavoro fatto in bianconero. Il presidente era stato infatti l’uomo che aveva portato Conte alla Juve imponendolo alle perplessità della proprietà, quindi di John Elkann che stava facendo trattare Mazzarri (in corso adesso per sostituire Mihajlovic al Torino ma anche seconda scelta del Milan) da Marotta e Paratici. Fino a poco tempo fa, qualcuno non trascurava l’idea di un clamoroso ritorno di Conte sulla panchina della Juventus qualora Allegri (anche lui fresco di rinnovo fino al 2020 dopo aver detto di no al Paris St Germain) bucasse la stagione in corso e le parti decidessero di separarsi consensualmente. Ricordiamo che, ad un certo punto, in estate, prima del rinnovo di Conte col Chelsea e di Allegri con la Juve, si era parlato proprio di questo clamoroso ritorno dopo il famoso strappo; Conte è stato a lungo corteggiato in estate anche dall’Inter prima di virare su Spalletti. Quindi, adesso, il futuro del tecnico pugliese diventa un mezzo giallo: al Chlesea non resta sicuro e vuole rientrare in Italia. Napoli e Milan, se dovessero cambiare lo vorrebbero ma non sembrano così solide da poterselo permettere; alla Juve c’è stato il battibecco a distanza con Andrea Agnelli; un segnale strano ma che, per qualche addetto ai lavori, non chiude del tutto all’eventuale scenario, ma potrebbe lasciar intendere che adesso, Conte sarebbe diventato il preferito dalla proprietà e non più dal presidente Agnelli. Attenzione però alla pista francese del Paris St. Germain che potrebbe spostare di colpo tutti i precari equilibri e portare Conte alla corte dell’emiro del Qatar in caso di fallimento di Emery, soprattutto dopo gli spaventosi investimenti estivi.
Paolo Bargiggia