Home » Lannutti e i “Savi di Sion”: quando il complottismo affossa la critica sensata

Lannutti e i “Savi di Sion”: quando il complottismo affossa la critica sensata

by Adriano Scianca
2 comments

Roma, 22 gen – Più che il contenuto, a dirla tutta, fa ribrezzo l’italiano. Lo sgangherato e sgrammaticato post del senatore grillino Elio Lannutti, che se n’è uscito sui social denunciando niente di meno che i Savi anziani di Sion a capo del mondo bancario, potrebbe essere un caso di scuola della funzione del complottismo paranoide: quella di rafforzare il potere attraverso una critica farlocca. Provate a parlare oggi di banche, se non ci credete. Provate a denunciare il potere dell’alta finanza speculativa, le trame di George Soros o magari il fatto che Israele forse non abbia tutto questo diritto di bombardare a capocchia la Siria e poi chiedere pure ufficialmente che non si risponda al fuoco. Tutte cose assolutamente ragionevoli e che non hanno nulla a che fare con “l’antisemitismo” (esiste un mondo bancario e finanziario ebraico, ma anche uno non ebraico) o con le “teorie del complotto”.

Eppure, parlandone oggi, la possibilità che si schivi una delle due accuse, o magari entrambe, è pari a zero. Intendiamoci: se uno dovesse ragionare tenendo conto dei ricatti del pensiero unico, non dovrebbe praticamente dire più nulla, mai, dato che anche la minima critica al modello politico ed economico dominante viene sistematicamente, anche senza Lannutti, considerata uno scalino sulla scala che conduce ad Auschwitz. Ragione in più per evitare di sparare idiozie. Che i Protocolli dei Savi di Sion siano un falso è cosa conclamata da diversi decenni. Julius Evola, che ne curò la diffusione in Italia, sosteneva che la loro verità, in quanto documento storico, era in fondo secondaria, dato che il testo era comunque veridico, cioè descriveva ciò che effettivamente stava succedendo nel mondo. Anche quest’ultima considerazione, tuttavia, appare quanto meno discutibile. Tale considerazione potrà forse deludere qualcuno, ma basterebbe ricordare che una puntuale decostruzione delle tesi evoliane sui Protocolli avvenne, già negli anni ’80, per mano di un autore come Carlo Mattogno, che della captatio benevolentiae verso la comunità ebraica non sembra aver fatto esattamente una ragione di vita.

Se il pensiero tossico affossa quello sano

Sull’argomento, in realtà, l’abbaglio di Evola fu totale, ed è vero semmai il ragionamento opposto al suo: anche qualora si trattasse di un documento autentico, prodotto da qualche loggia o associazione segreta ebraica, i Protocolli sono soprattutto non veridici, nel senso che non è affatto così che funziona il potere globale. Non c’è un unico centro di potere, ma diversi, a differenti livelli e spesso in competizione tra loro. Lo stesso mondo ebraico è ben lungi dall’essere un monolite, come peraltro gli scontri tra Soros e Netanyahu ben dimostrano. Il rapporto tra la scena e il retroscena non è affatto analogo a quello tra burattinaio e burattini. Né il “segreto” ha il valore prezioso che molti gli attribuiscono: la sostituzione di popolo, per esempio, è un ideale apertamente rivendicato. Il potere, poi, ha una sua macrofisica ma anche una sua microfisica. Ma scomodare argomenti di questo tenore per rispondere alla cialtronaggine di Lannutti è francamente concedere a quest’ultimo sin troppo credito.

Quel che conta è l’impatto di simili uscite sulla possibilità di articolare un pensiero alternativo in Italia. E tale impatto è ovviamente disastroso. Una prova per tutte. Si dia un’occhiata a questo passaggio dell’articolo di Repubblica sul caso in oggetto: “Lannutti, non contento di questa uscita antisemita e razzista se l’era presa anche con il sindacato e il prossimo congresso della Cgil e i sindacati, definiti ‘un comitato di affari’”. Ecco una rappresentazione plastica dell’effetto del complottismo sul dibattito: il pensiero tossico affossa quello sano, la zavorra paranoica porta a fondo anche la critica sensata. Davvero un bel risultato.

Adriano Scianca

You may also like

2 comments

Riccardo Leone 23 Gennaio 2019 - 3:22

Quanto scritto dimostra che lo stimato dottor Scianca non ha letto i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, oppure, pur avendoli letti, non li abbia affatto compresi, o ancora, che scriva queste cose per sottolineare la distanza di Casa Pound dall’antigiudaismo e, se fosse questa la ragione di questo articolo, sarebbe semplicemente bastato ignorare le polemiche tra Lannutti e gli ebrei ed intervenire soltanto nel remotissimo e fuori luogo caso in cui si fosse tirata Casa Pound in ballo.
Chiunque abbia letto e compreso questo testo che il buon Scianca chiama “falso” non può che rendersi conto che ciò che in esso è scritto è più reale di qualunque “fascismo democratico” millantato dalle sue parti.
Signor Scianca, con stima immutata: se ne faccia una ragione.

Reply
Mario colombari 24 Gennaio 2019 - 12:28

E’ innegabile che tra l’azione dello schiavismo neoliberista e ciò che è scritto nei Protocolli, se escludiamo la componente ebraica e la sostituiamo con una élite di potentati economico-finanziari, vi sia una sovrapposizione di intenti e di procedure quasi in fotocopia e che parecchi di questi siano in uno stato di attuazione molto avanzato, come si fa a non vederlo??? E’ altrettanto chiaro che Iannutti ha sbagliato 2 volte, prima non specificando chiaramente il senso delle sue argomentazioni, ben sapendo che stanno tutti lì col fucile puntato per cogliere una occasione di denigrare il M5S per un congiuntivo sbagliato, figuriamoci per una cosa del genere; in seconda battuta scusandosi invece di precisare e difendersi, perdendo oltretutto l’occasione per aprire gli occhi a qualcuno argomentando a ragion veduta, perchè Auschwitz è il sistema, è la propaganda perversa che ci bobmbarda 24 ore su 24, non il sovranismo popolare, intellettuale e nazionale, in confronto a questi schiavisti i nazisti sembrano educande psicopatiche.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati