Catania, 26 dic – Ha vinto la medaglia d’oro per un errore dei giudici, ma il suo spirito sportivo ha avuto la meglio, così ha deciso di consegnarla alla seconda classificata. “Mamma questa medaglia non la merito, perché non l’ho vinta. Devo consegnarla al vero vincitore”. Protagonista di questa storia edificante è un giovanissimo atleta, Giorgio Torrisi, 10 anni, cintura nera di karate. Per un errore nei punti, Giorgio è stato premiato a un torneo ad Acicastello (Catania). Quando però l’ha scoperto, ha deciso di dare la medaglia a Carlotta Bartolo, 11 anni, arrivata seconda. Tutto è accaduto durante la settima edizione dell’International Edukarate, che ha visto sfidarsi 350 atleti provenienti da tutta la Sicilia. Giorgio, di Catania, è stato giudicato il primo nella sua categoria. Ma subito dopo la premiazione, anche gli stessi genitori del vincitore, secondo quanto riportato da Repubblica, hanno intuito che c’era qualcosa che non quadrava nei punteggi.
I genitori: “Nostra prima vittoria trasmettere ai nostri figli i valori della lealtà”
“Mio figlio è abituato a vincere – ha raccontato Chiara, la mamma – ma anche a perdere con umiltà. Ho spiegato a Giorgio che c’era stato un errore e ha voluto consegnare la medaglia a chi l’ha meritata al suo posto”. “La nostra prima vittoria è questa – ha dichiarato Giuseppe Bartolo, padre di Carlotta e maestro di karate -, trasmettere ai nostri atleti e figli i valori della lealtà“. Carlotta ha ottenuto così la sua meritata medaglia, ma il vero vincitore morale della gara è stato di sicuro il piccolo Giorgio. Il gesto non è sfuggito all’organizzatore dell’evento, Salvo Filippello, pedagogista componente della commissione nazionale Csain e coordinatore regionale, che ha lodato il piccolo karateka. “Un esempio virtuoso – ha commentato Filippello – come ente promuoviamo i valori sociali ed educativi, al di la di quelli agonistici. Vuol dire che abbiamo seminato bene. Il nostro obiettivo è creare grandi uomini, più che grandi campioni“.
Una storia perfetta per questo Natale 2019, che lascia ben sperare sulla stoffa dei figli della nostra Nazione, una volta tanto.
Adolfo Spezzaferro
5 comments
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Karate no shugyo wa issho de aru.
il karate è un DO ossia una via spirituale,si pratica per tutta la vita,ed una medaglia di latta color oro
non è mai un fine,ma solo una parte di quel lungo cammino.
bravissimo Giorgio San,
OSS !
Esatto. Questo è lo spirito dell’arte marziale, la quintessenza; senza di ciò, per quanto tecnicamente capaci, si sposta un po’ d’aria e basta. Come affermava Yagyū Munenori: “Non so eccellere sugli altri. So eccellere soltanto su me stesso”.
Oss!
Complimenti ai genitori ( mai visti quelli che si menano sulle tribune del calcetto dei bimbi ???)
al 先生 Sensei e al ragazzino , ONORE a TE !
Questo è lo spirito , dovrebbero impararlo anche gli sportivi , anche se il Karate NON è uno sport
ma una “disciplina” di vita .
Oss !
Dimostra che il Karate è una disciplina che illumina la via della crescita spirituale.