Vimercate, 6 nov – L’occasione doveva essere l’ennesima “presenziata” per il premier Renzi. A questo giro spettava all’Alcatel, multinazionale delle telecomunicazioni, che inaugurava la sua nuova sede in provincia di Milano. L’inaugurazione si è tenuta regolarmente, ma il contesto non è stato dei più idilliaci. Circa 500 lavoratori hanno infatti protestato contro la presenza dell’ex sindaco di Firenze. Lanci di uova contro le auto blu e il presidente del Consiglio costretto all’ingresso da una porta laterale.
«Credo che l’Italia debba essere capace di investire sull’ agenda digitale, la banda larga. Dobbiamo smettere di parlarne e fare convegni e portarli avanti centralizzando gli investimenti», ha affermato il premier. Che ha poi parlato di Alcatel come di «un posto dove mantenere e magari per il futuro incrementare posti di lavoro».
Una presa di posizione alquanto curiosa, dato che l’oggetto del contendere -e da cui è partita l’odierna manifestazione- è la vertenza sindacale in atto con l’azienda, alle prese con un piano di ristrutturazione che coinvolge quasi 600 addetti. Per questi è prevista la messa in cassa integrazione straordinaria (fino a maggio) di 200 addetti, la riallocazione tramite cessione di ramo d’azienda di altri 250 e il licenziamento per i restanti.
Filippo Burla