Roma, 5 dic – “Stop alla missione Sophia in mancanza di nuove regole“. Parola del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in audizione al Comitato Schengen. Il leader della Lega lancia l’ultimatum all’Ue sul fronte sbarchi.
“Noi – avverte il vicepremier – manteniamo ferma l’indisponibilità a procedure di sbarco che prevedono l’approdo solo in porti italiani. Al momento non ci sono progressi significativi nel negoziato nonostante le nostre richieste di cambiare le regole d’ingaggio. Senza una convergenza sulle nostre posizioni non riteniamo opportuno continuare la missione“.
Secondo la missione Ue – che scadrà il 31 dicembre – lo sbarco finale avviene in Italia perché per il soccorso in mare si fa rinvio al piano operativo dell’operazione Triton dell’agenzia Frontex.
Ecco perché Salvini vuole rivedere anche Frontex e conferma che “la trattativa con l’Ue per la revisione del regolamento, la riforma della ‘direttiva rimpatri’ e la riforma del sistema comune di asilo” sta andando avanti.
E spiega: “L’Italia sostiene Frontex e il rafforzamento del bando per una guardia di costiera europea tuttavia guarda con attenzione a quelle che potrebbero essere le limitazioni della sovranità internazionale”.
Poi il titolare del Viminale dimostra – numeri alla mano – l’efficacia dell’azione di contrasto all’immigrazione clandestina da parte del governo gialloverde. Dal primo giugno al 30 novembre di quest’anno, gli immigrati “sbarcati sulle nostre coste sono diminuiti del’83% rispetto all’anno scorso. Quelli provenienti dalla Libia sono diminuiti del 92%”.
“Nei primi sei mesi di governo – continua il vicepremier – si è registrato un netto abbattimento del flusso migratorio, che aveva raggiunto il picco più elevato alla fine di giugno 2017. Dal 1° giugno al 30 novembre 2018 sono giunti in Italia 9.581 immigrati, a fronte dei 56.814 dello stesso periodo del 2017: sono diminuiti del’83% rispetto all’anno scorso. Quelli provenienti dalla Libia sono diminuiti del 92%”.
La missione EuNavFor Med, detta anche Operazione Sophia (dal nome di una bambina somala nata su una delle navi della missione), è iniziata nel 2015, dopo il naufragio di un peschereccio, il 18 aprile di quell’anno, al largo delle coste libiche, in cui morirono oltre 800 persone. Obiettivo: contrastare il traffico di esseri umani lungo la rotta che va dalle coste libiche all’Europa.
Secondo i dati del Consiglio europeo (maggio 2018), grazie all’operazione sono state arrestate 143 persone sospettate di tratta e traffico e salvate 44.251 persone. Secondo i dati della Guardia costiera italiana, le unità militari della missione hanno soccorso un totale di 10.669 persone nel 2017, pari a circa il 9,3% delle oltre 114 mila persone soccorse l’anno scorso.
Adolfo Spezzaferro
Immigrazione, ultimatum di Salvini: "Pronti a uscire dalla missione Sophia"
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