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Da Che Guevara a Orlando, tutte le contraddizioni del mondo gay

by Adriano Scianca
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Óôéãìéüôõðï áðü ôï 9ï Athens Pride óôçí ðëáôåßá Êëáõèìþíïò ôï ÓÜââáôï 8 Éïõíßïõ 2013. Ðñüêåéôáé ãéá ìéá åêäÞëùóç ãéá ôá äéêáéþìáôá ôùí ËÏÁÄ (ëåóâéáêþí, ïìïöõëüöéëùí, áìöéóåîïõáëéêþí êáé äéáöõëéêþí) áôüìùí ðïõ äéïñãáíþíåôáé åðß äÝêá ÷ñüíéá óôç ÷þñá ìáò, áëëÜ ðïõ óôá õðüëïéðá êñÜôç ôçò Åõñþðçò êáé ôéò ÇÐÁ ìåôñÜåé äåêáåôßåò.  Ôç óôÞñéîÞ ôïõò óôï 9ï Athens Pride åîÝöñáóáí ìå áíáêïéíþóåéò ôïõò ï ÓÕÑÉÆÁ, ôï ÐÁÓÏÊ, ç ÄÇÌÁÑ êáé ç ÄñÜóç. Ôï Athens Pride 2013 Ý÷åé êáôáñôßóåé Ýíáí ìáêñý êáôÜëïãï ìå áéôÞìáôá ãéá ôç íïìéêÞ êáôï÷ýñùóç âáóéêþí äéêáéùìÜôùí üóïí áöïñÜ óôïí óåîïõáëéêü ðñïóáíáôïëéóìü êáé ôçí ôáõôüôçôá öýëïõ -êÜôé ðïõ ïöåßëåé íá ðáñÝ÷åé óå üëá ôá ìÝëç ôçò êÜèå äçìïêñáôéêÞ êïéíùíßá. (EUROKINISSI/ÔÁÔÉÁÍÁ ÌÐÏËÁÑÇ)

Roma, 14 giu – Il 14 giugno 1928 nasceva a Rosario, in Argentina, Ernesto Guevara de la Serna, destinato a passare alla storia, col nomignolo di Che, per l’apporto dato alla rivoluzione comunista cubana e per essere stato, dopo l’instaurazione del regime castrista, uno dei suoi principali esponenti. Di lui si è detto e scritto tutto. Non è neanche una novità sconvolgente quella per cui, nella visione guevarista dell’uomo nuovo, non ci fosse posto per l’omosessualità: che il Che sia stato l’artefice della creazione di veri e propri campi di concentramento per omosessuali, in cui finirono anche molti simpatizzanti per la rivoluzione, è cosa ben documentata. Eppure il brand guevarista va forte proprio in quei settori che vorrebbero fare l’esame del dna a chiunque sia anche solo in odore di “omofobia”.

Beninteso, non vogliamo frettolosamente liquidare qui la rivoluzione cubana con un giudizio piccolo-borghese limitato ai suoi “crimini”, ma certo la contraddizione stride, e parecchio. Non è la sola, se restiamo in campo “lgbt”: al recente gay pride di Roma, per esempio, sono stati fotografati dei cartelli che inneggiavano al boicottaggio dei prodotti israeliani e alla libertà della Palestina. Ben fatto, la causa palestinese gode di tutta la nostra simpatia. Ma, anche qui, non si può non ragionare in punta di coerenza: Israele è uno Stato estremamente gay friendly, cosa che è difficile dire della controparte palestinese e del mondo musulmano in genere. È questo il motivo per cui, dopo la strage di Orlando, il pensiero dominante è andato in tilt: un musulmano, figlio di immigrati, che fa strage di gay. Come uscirne? Sel, in Italia, ha risolto la questione, dando la colpa al fascismo, ma questa è patologia psichiatrica e va lasciata quindi agli specialisti.

Abbiamo detto del gay pride: non è forse quella una contraddizione ambulante? Uno sfoggio identitario per rivendicare diritti e uguaglianza. L’espressione di una sottocultura trasgressiva per reclamare l’accesso al perbenismo borghese. Un ostentato “siamo diversi da voi” per far capire alla gente “siamo uguali a voi”. Ora, questo micro-viaggio che parte da Che Guevara e arriva non a Madre Teresa, come la Chiesa immaginaria di Jovanotti, ma allo stragista di Orlando passando per i carri chiassosi del gay pride, cosa vorrebbe dimostrare? Nulla, se non che l’ortodossia politicamente corretta, che ha nelle rivendicazioni lgbt la sua punta di lancia più avanzata, è un sistema logico fallace e un sistema etico claudicante. E che la dittatura del pensiero unico è innanzitutto una dittatura del non pensiero.

Adriano Scianca

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4 comments

Martino 14 Giugno 2016 - 7:10

Scianca, ma stiamo anche a parlarne? Ma chi se ne frega di ’sta gente, non se ne può più dell’argomento, basta, sembra che l’omosessualità sia diventata il centro dell’universo, che palle!

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Fabrice 14 Giugno 2016 - 9:01

Ma basta co stì froci!!!!!!!!!!!!

Nun se ne pò più!!!!!!!!!

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Anonimo 14 Giugno 2016 - 10:00

Ma poi mi sono sempre chiesto: ma perché il gay pride, invece di farlo in maniera offensiva e urtante in posti dove vengono tollerati se non addirittura difesi, non lo fanno in luoghi dove realmente ha un senso perché pesantemente discriminati, come ad esempio a Teheran o Lagos?

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Bob 22 Giugno 2016 - 10:30

Riguardo all’evento di Orlando, prenderei tutto cum grano salis. Una coproduzione dei media controllati e di certi elementi dello Stato. Non c’è sangue, le vittime sono troppe, i medici intervistati nessuno li conosce, testimoni che piangono con gli occhi asciutti, ecc. Un’altro psicoattentato come Sandy Hook.
https://www.youtube.com/watch?v=OC5tDJTIzPQ

Detto ciò questi movimenti minoritari sono una mazza per frammentare la maggioranza silenziosa e sofferente.

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