Roma, 23 feb – Ad Ascoli Piceno nelle Marche non si terrà il monologo giustificazionista di Eric Gobetti, o almeno non con gli studenti. La conferenza, durante la quale il controverso storico avrebbe dovuto parlare delle Foibe, aveva scatenato numerose polemiche nei giorni scorsi, e il preside del liceo interessato ha deciso di annullare la partecipazione del proprio istituto una volta scoperta la natura dell’evento.
La conferenza di Gobetti ad Ascoli su Foibe e fake news
“La mattina del 23 febbraio, alla sala Gulino della Cartiera papale, Eric Gobetti incontrerà i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado per discutere di Foibe ed uso pubblico della storia e della deformazione che spesso se ne fa. Gobetti parlerà di vere e proprie fake news storiche e dell’importanza delle fonti. I ragazzi, che nelle scorse settimane hanno letto il libro di Gobetti E allora le foibe?, interverranno con delle domande”, così veniva presentato la conferenza che Gobetti avrebbe dovuto tenere agli studenti ascolani. Ma, per essere una discussione seria, le “vere e proprie fake news storiche” a cui si fa riferimento sarebbero dovute essere quelle dello stesso Gobetti. Vista la “caratura” del personaggio, noto per le sue posizioni giustificazioniste e negazioniste sulla tragedia delle Foibe, in moltissimi hanno espresso la propria contrarietà all’evento, a partire dalla parlamentare leghista Giorgia Latini: “Un negazionista delle Foibe che incontra i giovani delle scuole rappresenterebbe un episodio di gravità inaudita. Come vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati non posso non condannare una tale eventualità. L’incontro degli studenti con Gobetti costituirebbe un’assurdità soprattutto dopo tutto il lavoro che le istituzioni stanno compiendo per portare alla luce un massacro per troppo tempo dimenticato”. E ricorda: “Eric Gobetti è conosciuto per le sue tesi negazioniste sulla grande tragedia delle Foibe ed è divenuto tristemente celebre per le proprie foto con la maglia di Tito e il pugno chiuso”.
Le reazioni della politica
Un intervento in linea con quello dell’assessore regionale Andrea Antonini, il quale invita a “sostenere la cultura della verità e della testimonianza” ed esprime la propria perplessità nei confronti di uno studioso che tratta il tema delle Foibe “alla luce delle sue personali tesi storiografiche al riguardo”. Anche i consiglieri comunali Emidio Premici e Patrizia Petracci hanno condannato la presenza dello storico: “Gobetti è, purtroppo, famoso per essere un revisionista di un preciso periodo storico, un periodo taciuto per troppo tempo dalle pagine ufficiali, da tanti studiosi e dalla politica italiana”. E incalzano, “Questo signore, che si definisce ‘studioso’, non si vergogna a dire, e invece ben dovrebbe, che certe atrocità, che hanno visto donne barbaramente violentate, uomini anziani e bambini gettati senza pietà nelle cavità carsiche, sarebbero ‘giustificate’ perché ‘conseguenza delle violenze fasciste’, non si vergogna a dire che nessuna pulizia etnica sarebbe stata perpetrata e che i numeri delle vittime sarebbero addirittura gonfiati”.
“In Ascoli gli anti-italiani non passano”
Sulla questione si è espresso anche Giorgio Ferretti, responsabile regionale di CasaPound, che aveva stigmatizzato la conferenza come “chiara propaganda di matrice antinazionale”. Successivamente ha commentato la decisione delle scuole di non partecipare all’evento: “Grazie alla levata di scudi e alla mobilitazione spontanea di movimenti, associazioni e amministratori che hanno a cuore il tricolore, nessuna delle scuole che avevano dato adesione alla conferenza negazionista delle Foibe con Eric Gobetti, lo ‘storico’ fan di Tito, parteciperà all’evento. Tutte le classi hanno ritirato la propria partecipazione. Rimarrà un’iniziativa privata che non coinvolgerà l’istituzione scolastica, come giusto che sia, ma che sarà ascoltata dai pochi che si ostinano a denigrare la tragedia del confine orientale. Grazie a tutti coloro che hanno alzato la voce”. Per poi sentenziare: “In Ascoli gli anti-italiani non passano”.
Michele Iozzino