Roma, 16 apr – Primi effetti delle nomine ai vertici delle società controllate dallo Stato, rese pubbliche dal premier Matteo Renzi nel tardo pomeriggio di lunedì a borse chiuse. Nella giornata di ieri, Finmeccanica e Ansaldo Sts hanno lasciato sul terreno rispettivamente il 5.22% e il 4.81%; ribasso più contenuto per Enel, che ha ceduto il 2.39% mentre Eni è rimasta sostanzialmente stabile. Le contrattazioni oggi si sono aperte, per tutte, in leggero rialzo.
Il mercato sembra così non gradire. E questa è già una notizia. Certo i valori di borsa non rappresentano un indicatore affidabile: in assenza di progetti concreti, piani industriali e presentazione “fisica” dei nuovi amministratori è difficile poter esprimere un giudizio definitivo. Si può tuttavia ragionare in termini di ipotesi. Partendo dal presupposto che, laddove il mercato premia, spesso è su scelte tutt’altro che orientate alla continuità aziendale sul lungo termine. La borsa ragiona infatti, per sua struttura, sul brevissimo periodo e valutando maggiormente, piuttosto che gli investimenti, i tagli e le dismissioni.
Sembra essere questo proprio il caso di Finmeccanica: nei brevi mandati di Giuseppe Orsi e Alessandro Pansa si sono prima gettate le basi e poi avviate le procedure per la vendita del comparto trasporti che comprende, oltre alla solida Ansaldo Sts, il “grande malato” Ansaldo Breda. Il progetto redatto da Pansa, giunto ad un passo dall’essere compiuto, prevedeva la cessione in blocco di entrambe le realtà al fine di rendere più appetibile quella Breda in grande affanno e sulla quale, ad onor del vero, mai si è investito concretamente al fine di tentarne un rilancio. Ora il gioco passa nelle mani del nuovo amministratore delegato Mauro Moretti il quale, da amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, auspicava che le due società –pur uscendo dal perimetro Finmeccanica- rimanessero in mani italiane. L’occasione era la presentazione agli stabilimenti Breda di Pistoia del nuovo treno Frecciarossa 1000, vero concentrato di tecnologia frutto della collaborazione paritetica con Bombardier. Moretti insisteva sulla necessità di mantenere in Italia le importanti competenze sviluppate all’interno dell’azienda, che ancora produce prodotti di qualità nonostante una situazione finanziaria non di facile gestione.
Scendono così le quotazioni del gruppo industriale gonfiate a suo tempo da aspettative sulle cessioni, mentre crescono quelle che vedevano l’ipotesi della creazione di un polo nazionale del civile nel quale riunire la galassia che va da Ansaldo a Fincantieri. Congettura futuribile ma a questo punto non da escludere, stanti anche le mancate dichiarazioni di interesse da parte di soggetti privati italiani, che quando si tratta di porre in essere investimenti importanti su competenze e settori strategici attendono sempre la mano pubblica.
Filippo Burla
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[…] Per quanto riguarda invece lo scottante dossier AnsaldoBreda, lasciato nelle mani del nuovo amministratore delegato Mauro Moretti, si registrano importanti novità. Anzitutto contabili: nel primo trimestre del 2014, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente salgono i ricavi da 144 a 160 milioni, con la cronica perdita di esercizio in sensibile diminuzione da -24 a -14 milioni. E’ prematuro parlare di inversione di tendenza ma, considerando le recenti assegnazione di importanti commesse prima in Perù e poi da parte delle Ferrovie dello Stato, si possono scorgere timidi segnali di una possibile inversione di tendenza. Una mano importante a Moretti il quale, da ad delle Ferrovie, non ha mai nascosto i dubbi a proposito della più volte ven…. […]
[…] carte nell’ambito della ridefinizione del perimetro del gruppo. Messe, almeno per il momento, in naftalina le ipotesi di cessione di Ansaldo Sts e AnsaldoBreda, fa il suo ingresso tra le candidate alla vendita la Drs. L’azienda americana fu acquistata del […]