Roma, 9 mar – Gianfranco Fini, una vena immigrazionista mai sopita neanche quando il politico bolognese faceva l’anti-immigrazionista. L’ex parlamentare, da tempo fuori da qualsiasi gioco politico, torna a parlare e, come di consueto già all’epoca, a lisciare il pelo al progressismo globalista.
Fini era immigrazionista già da parlamentare
Sì, la famosa Bossi-Fini è una legge che risaliva al 2002, ma l’ex leader di Alleanza Nazionale aveva in quel decennio espresso diverse posizioni accomodanti verso l’immigrazionismo di sinistra, già in piena ascesa nonostante ancora non si fossero aperti i fronti della guerra in Libia del 2011. Così il Fini immigrazionista si palesava con particolare energia durante la fase dell’ultimo governo a guida Silvio Berlusconi, quando lanciava la proposta choc – perfino per la sinistra – del “voto agli immigrati”, ricoprendo peraltro una carica di presidente della Camera che, da potere imparziale, dopo di lui si sarebbe trasformata in una sfera apertamente politicizzata. Dopo gli scandali che lo hanno sbattuto fuori dalla politica che conta, Fini ogni tanto continua a dire la sua. Non dimostrando di aver imparato molto dalle sue tentazioni progressiste del passato.
L’ex leader di An contro sé stesso
Oggi, come riporta Il Secolo d’Italia, Fini gioca a fare l’immigrazionista anche contro sé stesso e contro la legge demonizzata da mezza sinistra. Per l’ex leader di Alleanza Nazionale “la legge che porta il mio nome è una legge datata ed è arrivato il momento di cambiarla. Siamo in presenza di un fenomeno emergenziale straordinario e lo scenario è radicalmente diverso rispetto all’anno in cui fu varata la legge”. Ci mancava solo aggiungere l’aggettivo “inarrestabile”, come un piddino qualsiasi. Un punto su cui – finora – non si è spinto neanche il debolissimo governo Meloni, che in quanto a politiche migratorie ha ben poco di cui gloriarsi. E poi via di affermazioni generiche sul futuro del pianeta: “Il mondo è cambiato, un tempo il punto erano i cosiddetti migranti economici ed erano pochi quelli che chiedevano asilo. Oggi, e lo leggo dalla lettera della von der Leyen, la dimensione dell’immigrazione riguarda tutta l’Europa e quella parte del mondo che vive in condizioni economiche migliori rispetto a quell’altra grande parte, che vive in condizioni disastrose”.
Alberto Celletti
6 comments
Nell’invecchiamento è diventato democratico… Assunta Almirante lo aveva già inquadrato.
Ha perfettamente ragione Fini! Come fate a scrivere che va “contro se stesso”, ha detto che la legge “va aggiornata” alla luce dei cambiamenti di oggi, ed è verissimo! Prima di scrivere articoletti del genere dovreste studiare qualcosa
Chi ha scritto l’articolo non ha capito nemmeno cosa ha detto Fini. La legge va aggiornata, e sarebbe l’unico modo per regolare questi flussi continui che non prevedono più migranti economici. Unico vero politico di destra valido, altro che quelle capre che abbiamo oggi in parlamento. Grande Fini!!
Azz, ma esiste ancora…
Boris Karloff in “La mummia” aveva una cera migliore.
Una “cosa” appare evidente, il Fini “cattivo” (quello “buono” si chiama Massimo), è comunque servile al progresso capitalistico saccheggiatore ed è certamente meno ingenuo di quel Tremaglia che, consentendo il voto ai ns. emigrati, ha di fatto aperto le porte ai voti inconsapevoli e pure a brogli elettorali.
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