Roma, 21 ott – Da pochi giorni è uscito il nuovo libro-inchiesta, edito da Signs Publishing, di Alberto Busacca, caporedattore e autorevole firma di Libero, il quale s’impegna a sviscerare le continue bugie e follie della propaganda politica della sinistra. Fasciofobia, con la preziosa prefazione di Daniele Capezzone, è un testo diretto, ironico, tagliente che mette in fila la lunga sequela di sterili allarmi e paradossali strilli della sconclusionata schiera antifascista. Una quotidianità di attacchi che, aumentati a dismisura da quando è nato il governo di Giorgia Meloni, non ha ancora trovato tregua.
La “fasciofobia” della sinistra
A ormai ottant’anni dalla fine delle Seconda guerra mondiale, il fantasma di Mussolini viene continuamente agitato dalla sinistra solamente in funzione del tentativo di conservare posizioni di potere in ambito politico, mediatico e culturale. L’antifascismo nostrano è diventato oggi un vero e proprio atteggiamento psicologico, una fobia patologica che ha cambiato completamente la faccia di chi si considera continuatore di tutta quella retorica legata al 25 aprile. Dai continui allarmi sul “fascismo alle porte” al sogno di demolire i monumenti del Ventennio, dalle bufale su Giorgio Almirante all’inchiesta su una torta con la faccia del Duce, e poi gli orsi trasformati in nuovi partigiani, la caccia al Babbo Natale col braccio teso e la vergogna per gli antenati che hanno indossato la camicia nera: questo l’offerta politica della sinistra.
La necessità di un “allarme fascismo”
Il saggio di Busacca ha quindi il merito di smascherare questa logica tronfia e autoproclamatasi necessaria. Come sottolineato nella prefazione di Capezzone, “il mitico rischio-fascismo non può svanire, se lo facesse, in un colpo solo la destra risulterebbe legittimata e la sinistra costretta a fare i conti con le proprie divisioni, con le proprie ricette spesso fallimentari, con il disincanto dei propri sostenitori”.
Andrea Grieco