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Emilia Romagna, la nomina di Figliuolo mette solo “in pausa” le tensioni nel governo

by Alberto Celletti
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Emilia Romagna Figliuolo

Roma, 28 giu – In Emilia Romagna sarà il generale Francesco Paolo Figliuolo a ricoprire il ruolo di commissario per l’emergenza dopo l’alluvione che il mese scorso ha colpito la regione, insieme a parte di Toscana e Marche. Un nome che fa trovare un’intesa nella maggioranza nel Consiglio dei ministri non scontata, viste le recenti tensioni all’interno dell’esecutivo.

Emilia Romagna, la nomina di Figliuolo

Secondo quanto riferisce Nello Musumeci, per l’Emilia Romagna la nomina di Figliuolo durerà “cinque anni”, mentre i presidenti della medesima regione insieme a quelli di Toscana e Marche saranno i suoi subcommissari. “Non ho molto da aggiungere per la nomina del commissario, che non è ancora stata formalizzata”, ha poi aggiunto ancora Musumeci, perché “il presidente del Consiglio ha solo reso noto il nominativo del Generale Figliuolo per le competenze mostrate in un momento delicato”. Oltre alla nomina del generale, dal Consiglio dei ministri ne è emersa un’altra: quella del nuovo direttore della Banca d’Italia Fabio Panetta.

Il governo e le tensioni mai sopite

La maggioranza resta in stato di fibrillazione. Dall’opposizione, ovviamente, spuntano fuori mugugni sull’Emilia Romagna per la mancata nomina di Stefano Bonaccini, l’attuale presidente della Regione, che sui social ha commentato così la sua esclusione: “Avevamo proposto una collaborazione istituzionale che valorizzasse i territori e il rapporto diretto con cittadini e imprese, come avvenuto con la ricostruzione post sisma dell’Emilia nel 2012, e lo avevamo fatto insieme ai sindaci, alle associazioni economiche e alle organizzazioni sindacali, con una voce sola. Prendiamo atto che il Governo, dopo due lunghi mesi di gestazione, ha scelto invece un modello centralistico. Una scelta che reputiamo sbagliata ma che, a ogni buon conto, vede la nomina di una persona con cui abbiamo collaborato bene durante la pandemia”.

Dal canto suo l’esecutivo ha messo “in pausa” le spaccature interne su quella che sarà la questione delle questioni almeno fino a settembre: quella del Mes. Troppi proclami pre-elettorali e perfino risalenti ai primi mesi di mandato del premier Giorgia Meloni rendono l’eventuale adesione al cosiddetto “meccanismo” addirittura un bel pezzetto dell’immagine della maggioranza. La Lega sembra averlo capito più di altre componenti del governo, vista la divisione creata. In altre parole, se davvero ci sarà una capitolazione, sarà molto difficile uscirne indenni come reputazione. Il Consiglio dei ministri di ieri non ha fatto altro che deviare da un punto che in autunno sarà realmente inevitabile da affrontare.

Alberto Celletti

 

 

 

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1 commento

Germano 28 Giugno 2023 - 8:48

FIGLIUOLO ??? Ma scherziamo !
Questo tizio non è quel soldatino della dittatura pandemica ? Ah Melona che sorpresa alle elezioni ! Adesso ancora i voti ci sono perché il PDioti & Co. non votano ma vedrai che stai perdendo addetti a cascate

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