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È uno spacciatore nigeriano, ma non sarà espulso: “Da loro i pusher li ammazzano”

by Adriano Scianca
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Roma, 3 nov – Ci dobbiamo tenere anche gli immigrati spacciatori. Il motivo? Se rimandati a casa, rischierebbero grosso. E non per motivi etnici o religiosi, ma proprio perché spacciatori. Insomma, una vera follia, che arriva dai nostri solerti tribunali. Un nigeriano detenuto per spaccio di stupefacenti, infatti, non sarà rimandato a casa sua perché una sentenza della Cassazione ha accolto il suo ricorso contro il rimpatrio che era stato disposto dal tribunale di Sorveglianza di Venezia.

Il ventinovenne, condannato a sei anni e otto mesi di reclusione, uscirà di cella il 21 prossimo gennaio. In teoria dovrebbe essere condotto in un Centro di identificazione ed espulsione per essere rimpatriato in Nigeria. Poiché, però, nel suo Paese è prevista la pena di morte per i crimini da lui commessi, non se ne farà nulla. La Cassazione ha ribadito la priorità dei principi fissati dalla Corte europea per i diritti dell’uomo rispetto alla pericolosità sociale, stabilendo che l’espulsione “non è applicabile alle ipotesi in cui il soggetto, se ricondotto nel Paese di origine, corra serio rischio di essere sottoposto a trattamenti inumani o degradanti”.

Siamo destinati a sorbirci in eterno lo spacciatore nigeriano, quindi. Ma non è tutto: il pusher potrebbe ora vedersi riconosciuta la protezione sussidiaria. Si tratta di una forma di garanzia prevista per quegli immigrati che non sono rifugiati ma che rischierebbero la vita se facessero ritorno nel loro Paese. Il nigeriano, quindi, potrebbe ottenere un permesso di soggiorno di due anni sul territorio italiano. Una sentenza che apre la via al permesso di soggiorno anche agli altri 1129 nigeriani, tra reclusi, condannati e imputati, che si trovano nelle nostre carceri.

Adriano Scianca

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7 comments

ANTERO 3 Novembre 2017 - 11:16

Adibirli al lavoro volontario-obbligatorio, sine die, chè il lavoro rende liberi !

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Tony 3 Novembre 2017 - 1:08

……..la pena di morte va usata, si, ma sopratutto per i creatori, fautori di simil ”leggi” senza prevederne le implicazioni distorte a cui portano; fregandosene altamente di porvi rimedio….”Tutto va ben signora la marchesa” cantano i radical talebani chic

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Yari 3 Novembre 2017 - 1:33

Bene…..quundi basta

che spacciano,si fanno carcerare e ottengono il permesso di soggiorno….. anche il premio!!!!

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nemesi 3 Novembre 2017 - 1:54

negli USA la società multietnica ha comportato oltre ad un welfare praticamente inesistente,carcerazione con facilità (il 20% di tutta la popolazione carceraria mondiale si trova negli USA) ampia possibilità riservata ai privati di armarsi e difendersi senza problemi da soli, pena di morte prevista ancora in diversi Stati.

pensare di fare anche da noi una società multietnica con il buonismo,perdonismo e lassismo italiano significa comporre una miscela deflagrante che peraltro nemmeno negli USA spesso sono riusciti a contenere.

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Fabrice McFab 6 Novembre 2017 - 9:09

@nemesi

1) “Il nostro modello sono gli USA”, Matteo Renzi.

2) “Droga Nato: viene dall’Afghanistan e ha salvato Wall Street”
A gestire il business afghano della droga non sono i guerriglieri islamici, bensì i signori della droga legati al governo sostenuto dall’Occidente…..

http://www.libreidee.org/2017/10/droga-nato-viene-dallafghanistan-e-ha-salvato-wall-street/

Ciao!

Fabrice

PS i soldi facili della droga piacciono a tutti i psicopatici: criminali, servizi segreti ( che ci prendono una bella stecca ), banche nei paradisi fiscali che riciclano il denaro sporco, è anche un modo per rincoglion… la gioventù in modo che non rompa i maroni….!!

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Martino 4 Novembre 2017 - 3:18

La soluzione è semplice: ammazziamoli noi.

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serena 6 Novembre 2017 - 3:13

la follia impera

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