Palermo, 6 nov – Come era prevedibile le elezioni di domenica 5 novembre hanno decretato ovunque il crollo del Pd. Non fa eccezione la Sicilia, dove i cittadini erano chiamati alle urne per eleggere il loro presidente regionale. Dagli exit poll, dato che lo scrutinio non è ancora terminato, si profila un testa a testa tra il candidato di centro destra, Nello Musumeci e il grillino Giancarlo Cancelleri. Dopotutto era assai difficile scordare i disastri della precedente amministrazione di centro sinistra capeggiata da Rosario Crocetta.
Gli ultimi dati dello spoglio, con 1.416 sezioni scrutinate su 5.300, danno Musumeci al 39,2% e Cancelleri è al 35,2%. Il candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari, è ancora fermo al 18,9% e per lui il ballottaggio diventa una chimera. I dati provvisori danno poi il candidato della Sinistra Claudio Fava al 6,1% e quello dei Siciliani Liberi, Roberto La Rosa, allo 0,7%.
Questo scenario, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente per governare a Musumeci, poiché la legge elettorale siciliana assegna al Presidente vincente solo 6 seggi di premio di maggioranza su 70 consiglieri. Dato che non è previsto il ballottaggio è possibile che chi verrà eletto presidente debba poi cercare alleanze per avere una maggioranza in Assemblea regionale.
Di fronte a questi primi dati la prima a sbilanciarsi è stata la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha affermato: “Con tutti i margini di sicurezza del caso, mi pare che la vittoria di Musumeci sia abbastanza chiara. E la batosta per il Pd e Matteo Renzi arriva anche dai grillini, con Luigi Di Maio che, in attesa dei risultati definitivi e ufficiali, comunica via facebook di aver cancellato il confronto tv con il leader del Pd: “Avevo chiesto il confronto con Renzi qualche giorno fa, quando lui era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione”.
Il voto siciliano è stato caratterizzato da una serie di polemiche, dovute soprattutto al fatto che lo spoglio è cominciato alle 8 di questa mattina, a dieci ore di distanza dalla chiusure delle urne. Per tutta la notte i seggi elettorali sono stati guardati a vista da Polizia Carabinieri e finanzieri, che hanno controllato le urne contenenti le schede elettorali degli oltre due milioni di siciliani andati ieri al voto. In tutto gli aventi diritto erano poco più di 4,5 milioni di cittadini e l’affluenza, in leggero calo, si è attestata al 46,76%.
Anna Pedri