Roma, 30 lug – “A volte siamo costretti a subire l’atteggiamento della Lega che è insopportabile. Ma dopo le elezioni non avevamo alternativa: o andavamo all’opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Consiglio dei ministri, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro là e dobbiamo fare un accordo. Ogni volta“. E’ lo sfogo del vicepremier Luigi Di Maio nel corso di un incontro a porte chiuse con gli attivisti del M5S a Cosenza: l’audio è stato pubblicato dalla testata LaCnews24. “Quando ti siedi a quel tavolo non puoi pretendere, perché se lo fai anche l’altro pretende e non si porta a casa niente. Se non esistesse questo contratto con la Lega, in Parlamento ci sarebbe ancora un partito unico, quello a favore di Radio radicale e della Tav“, ha rimarcato il capo politico dei 5 Stelle.
La replica: “Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo…”
“Quell’altro? Mah… Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo…”, è la replica del vicepremieri Matteo Salvini, secondo fonti della Lega. Lo staff di Di Maio ha poi puntualizzato: “Si fatica a comprendere lo stupore riguardo alle parole pronunciate dal vicepresidente Di Maio nel corso dell’assemblea a Cosenza con gli attivisti M5S. Il vicepresidente non ha infatti mai esitato a sottolineare alcuni aspetti politici, anche pubblicamente. È una persona schietta e sincera. Nella fattispecie, si è solo concesso un linguaggio più colloquiale e diretto in virtù della circostanza”. Insomma, al di là dei toni – è la posizione ufficiale dei 5 Stelle – ciò di cui si lamenta Di Maio corrisponde a realtà.
Salvini stufo dei continui “no” dei 5 Stelle
Ma alla Lega puntualizzano: “Non bastano più le parole, servono fatti“. Non a caso, infatti, Il ministro dell’Interno resta in modalità “zen” in attesa degli sviluppi politici, alla vigilia della settimana più calda dell’estate, la prossima, con l’arrivo del decreto Sicurezza bis al Senato e la discussione della mozione M5S sulla Tav. “Io non parlo, lascio parlare gli altri, fanno tutto da soli” ha commentato Salvini coi suoi, lamentandosi però delle frasi pronunciate dall’alleato di govderno: “Stamane mi hanno girato dieci dichiarazioni di Di Maio, erano tutti dei ‘no’: no all’autonomia, no alla Tav“.
Il redde rationem – secondo gli scenaristi – potrebbe consumarsi a settembre, sulla Flat tax, prima ancora di arrivare a formulare la legge di Bilancio. Anche perché arrivare divisi a dover affrontare la Commissione Ue non conviene a nessuno.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Ma quel vice primo ministro dei 5 stelle, coso o quello li’, non mi viene il nome, cosa ha detto di Salvini?