Roma, 27 giu – L’Europa è scossa dal terremoto Brexit. Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea si aprono scenari imprevedibili, non solo sul piano economico finanziario ma anche politico, visto che molti leader “populisti” europei, come l’olandese Wilders e la francese Le Pen, annunciano di voler promuovere anche loro un referendum per cercare di condurre le rispettive nazioni fuori dalla Ue. In Italia i populisti di casa nostra sembrano più cauti, come dimostrano le dichiarazioni piuttosto prudenti dei 5 stelle e in particolare di Luigi Di Maio, mentre Salvini alza i toni ma di fatto resta chiuso nella gabbia del centrodestra italiano, dove a uscire dall’Euro e dalla Ue non ci pensa nessuno. Abbiamo allora intervistato Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia e “sovranista” convinto, che sogna un’Italia indipendente da Bruxelles, come ha spesso dimostrato in passato anche con gesti eclatanti, come quando rubò simbolicamente la bandiera dell’Ue dalla sede di rappresentanza del parlamento di Bruxelles in Italia.
Contento per la vittoria della Brexit e l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea?
Siamo soddisfatti. E’ un voto che mette a nudo le difficoltà le contraddizioni di questa Unione Europea, a partire dal giudizio classista sul popolo quando si esprime con sovranità. La maggioranza degli inglesi ha parlato e le polemiche sul suffragio universale, se i poveri posso votare e altre amenità, sono inaccettabili.
C’è un distacco dalla realtà da parte di un certo mondo culturale di sinistra, quello dei seguaci di Saviano per intenderci?
Io lo ribadisco da tempo: ormai non esiste più divisione tra destra e sinistra, anche il fronte pro Brexit era trasversale, ormai la differenza è tra chi vuole la globalizzazione, la cancellazione delle frontiere, la Grande Sostituzione e chi invece ancora pensa ad un mondo diverso, fatto di identità, confini e tradizioni. Conta molto ovviamente anche il fattore economico, visto che i popoli non possono più accettare di rinunciare a decidere della propria politica economica.
Quale sarà il futuro dell’Unione Europea ora? Ci sarà un effetto a catena?
A Bruxelles non si creerà mai un organizzazione che faccia gli interessi dei cittadini e dell’economia reale, alla fine a dominare saranno sempre le lobby finanziarie. Questo accentuerà la distanza con i popoli europei, queste contraddizioni non saranno mai risolte. Io spero che entro 5 anni la Ue si sarà disgregata del tutto.
Che ne pensa di Salvini che all’indomani della Brexit ha parlato di Italia padrona dei propri confini, moneta etc, ma lo ha fatto di fronte ai membri italiani del Ppe?
Salvini ha detto parole che ascoltiamo da anni ma che si infrangono sul muro dei popolari europei, quelli che stanno con Juncker e la Merkel. Nessuno degli alleati europei di Salvini a casa sua è alleato con il Ppe, loro sono lì per combattere la Ue. Che lui voglia fare lo stesso in Italia con Alfano, Parisi e la Meloni è ridicolo.
I 5 Stelle dicono di voler restare nella Ue e sembrano mettere in secondo piano i temi della sovranità monetaria. Sono diventati “moderati” anche loro?
Oggi ho sentito Di Battista urlare in Parlamento “noi vogliamo rimanere all’interno della Ue”, come se l’Unione Europea fosse la salvezza. Bisogna costruire un’altra Europa, ripartendo dalle nazioni, questa che è stata fatta nasce già su presupposti sbagliati, su architetture finanziarie e una moneta che è fuori dal controllo dei popoli europei. Questa Ue che Di Battista difende è da abbattere. Sostenere questo non è essere contro l’Europa, contro i giovani che studiano a Londra e Parigi. Noi parliamo di un’altra Europa, quella della Ue con la bandierina e le stelle gialle è una gabbia da cui dobbiamo scappare. Immaginare una nuova Europa fatta da nazioni libere.
E’ possibile ipotizzare un’uscita dell’Italia dalla Ue?
E’ auspicabile. E’ l’obiettivo politico di chiunque parli di confini, di sovranità, di controllo dell’economia. Chi lo fa deve prevedere l’uscita dalla Ue, il resto sono chiacchiere. Chi pensa di poterlo fare con il Ppe colme fa Salvini sta prendendo in giro la gente. C’è una propaganda massiva, che sostiene che l’italia non può sostenere l’uscita causa debito pubblico e problemi economici strutturali, ma in realtà l’Italia è nazione forte, ancora una delle economie più avanzate del mondo. Uscendo dall’Ue si toglierebbe di torno una classe politica di moderati, renziani, berlusconiani e tutti quelli che ci stanno portando nel baratro, però restando dentro l’Ue. Noi immaginiamo un’Italia sovrana, con una propria economia ma non isolata, con accordi ad esempio con la Russia, il Giappone etc. La Ue non è il mondo.
a cura di Davide Romano
2 comments
Gridare alla catastrofe Europea o allo spauracchio del costo enorme dell’uscita dall’Euro a causa del Debito Pubblico é il messaggio che é gia passato attraverso i media ma anche a Scuola. Questo é ciò che spavento mia nipote Cagliaritana mentre sta svolgendo gli esami di maturità, rigettando tra l’altro ogni eventuale approfondimento, perchè troppo presa dal rincorrere forse un bel voto grazie ai ‘Compitini Canonicamente Perfect’; che tristezza, ai miei tempi (1974) sarebbe diventato argomento d’esame e di dibattito alla faccia del Canonico 60/60.
Condivisibile invece l’analisi di Simone Di Stefano e di chiunque ha il coraggio delle proprie idee e di confrontarle con gli altri e magari fare anche degli onesti dietro front o ripensamenti se é il caso; purché lo si dichiari apertamente e non con fare e dire Voltacabanista.
Tutto é possibile, basta risalire a cavallo e sul trono; non possiamo essere ospiti in casa nostra e non devono venire altri a dirci come risolvere i nostri problemi. Apparte l’accozzaglia di farabutti e ignoranti col titolo di Onorevoli di cui non hanno nulla o quasi ma in Italia abbiamo eminenti professori ed esperti in ogni settore e giovani rampanti ed entusiasti e attenti nazionalisti da poter fare il sedere a strisce ai vari Draghi, Monti, Ciampi ecc.. Decidiamo noi (no i nostri aguzzini di casa e i loro alleati stranieri) i piani, i tempi e i modi di un eventuale rientro del Debito Pubblico (se mai c’è stato) o del pareggio di bilancio. ‘Carta Canta’ e la Storia si Ripete: il Debito Pubblico Italiano affonda le radici nella farsa dell’Unità d’Italia quando i veri INDEBITATI erano i Piemontesi i Lombardi i Savoia e i loro amici europei i quali si allearono con gl’invidiosi e gelosi Inglesi che non vedevano l’ora di potersi sbarazzare dell’egemonia e dei lustri dei Borbone di Napoli.
Oscurare, depauperare e depredare sfacciatamente e vergognosamente Il Regno delle Due Sicilie è stata un’operazione decisa a tavolino; metterla in atto è stata una barbaria inaudita di un genocidio e fraticidio, pulizia etnica e culturale che non è stata da meno del Nazzismo di Hitler. Il Misero e puerile tentativo di nascondere le traccie di questa barbaria politica è fallito perchè il sangue dell’innocente Abele grida dalla terra e la Mistificazione Storica scritta dai vincitori è stata puntualmente smentita. Rimandiamo al Mittente (Cavour & Company) e Nuovi Alleati e moderni Mistificatori il pacchetto completo e Last Minut di solo andata, perchè ancora oggi si può dire: ” Il Piave Mormorò: non passi lo Straniero”.
Hanno voluto l’Unità d’Italia! che ora se la tengano, nolendo o piacendo, “io sono: Un Italiano Vero”! qui non c’è leghista, dranghettista, terrone o polentone che tenga, che prenda o che ceda, che vada o che venga; l’Italia siamo noi e ha chi non piace come l’hanno CONCIATA ha solo due alternative: o ci mette mano veramente per migliorarla o ‘FORA DALLE BALL’.
Arieccoli i coglionazzi borbonici, ci mancavano proprio.