Francoforte sul Meno, 7 lug – Deutsche Bank si sta preparando a fare le pulizie di primavera con qualche mese di ritardo. Secondo Bloomberg, l’istituto avrebbe intenzione di creare una bad bank degli asset tossici da 80 miliardi di euro, contro le stime di 50 miliardi circolate nei giorni scorsi. Ancora ovviamente si tratta di indiscrezioni di stampa, tuttavia le voci cominciano a farsi sempre più insistenti. Cerchiamo di capire meglio le ragioni di questa scelta.
Deutsche Bank: un gigante con i piedi d’argilla
Db naviga in pessime acque. I numeri non sono incoraggianti: una capitalizzazione del gigante tedesco a quota 13 miliardi di euro e con il titolo azionario che viaggia sotto i 6 euro per azione, il minimo nei 149 anni di storia dell’istituto. I manager dell’istituto di Francoforte non dormono sonni tranquilli. Il controvalore netto di esposizione ai derivati di Db è di circa 22 miliardi di euro, quasi il doppio della sua capitalizzazione. Attenzione: gli altri grandi gruppi bancari nel mondo non sono da meno. L’accusa più grave che può essere mossa al grande gruppo tedesco è proprio quella di aver seguito le logiche della speculazione finanziaria globale.
Per questo molti considerano la Deutsche Bank è la “Lehman dell’Eurozona”. Dopo il fallimento delle nozze con Commerzbank (la seconda banca della Germania e partecipata del governo tedesco con il 15% delle azioni) era necessaria un’azione forte anche dal punto di vista “simbolico”. Da qualche settimana per questo trapelano indiscrezioni su come ripulire i bilanci della banca dai titoli spazzatura. L’idea è quella di creare una bad bank ossia una istituzione finanziaria creata appositamente per farvi confluire gli asset tossici. Per essere più chiari stiamo parlando di quei titoli che possono essere legati a prodotti o investimenti di elevato valore nominale, ma con valore di mercato vicino allo zero. Lo scopo della bad bank è, dunque, quello di drenare dagli istituti finanziari le perdite associate a derivati o attività “tossiche”.
Il colosso di Francoforte vuole mettere fine alle operazioni di finanza speculativa?
A questo punto si tratta di capire se l’operazione ha uno scopo meramente contabile o rappresenta anche un cambio di strategia. Difficile da dirlo al momento. Vediamo perché.
Intanto bisogna distinguere gli asset ad alto rischio da quelli tossici (non tutti i derivati sono titoli spazzatura). Deutche Bank ha ancora da fare i conti con 7 miliardi di euro circa di cosiddetti non-strategic legacy assets nei libri, più circa 25 miliardi di assets level 3 illiquidi e di difficile valutazione.
Francoforte dovrà convincere gli investitori sulla qualità dei suoi prodotti messi sul mercato. E per farlo dovrà fare un passo indietro: una banca commerciale seppur di grandi dimensioni non può operare come un hedge fund. Mancano ancora gli elementi per capire se ci sarà un definitivo cambio di rotta. Su questo Berlino dovrebbe far sentire la propria voce, anche se dubitiamo che ciò accadrà.
Salvatore Recupero
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[…] margini di profitto, il colosso tedesco dai piedi d’argilla ha di recente varato un maxi-piano lacrime e sangue. Fra 50 e 80 i miliardi che finiranno nella nuova “bad bank”, a cui farà seguito una […]