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Debiti della pubblica amministrazione, l’ennesima promessa non mantenuta

by Filippo Burla
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Tajani ritardo pagamenti Pa RenziRoma, 21 set – Ogni promessa, si sa, è debito. Un debito, da parte sua, vale una promessa? Correva il 13 marzo scorso e, nell’ormai conclamata ansia di proferire rassicurazioni, intervenendo a “Porta a Porta” Matteo Renzi si impegnava a saldare tutte le pendenze arretrate della pubblica amministrazione. Qualche mese dopo, inoltre, garantiva una data precisa: 21 settembre, giorno di san Matteo.

Arrivati al momento fatidico, che ne è dell’obbligazione assunta non una, ma due volte, dal premier? Un nulla di fatto o poco più, come peraltro ampiamente previsto. «Siamo ancora distanti dal traguardo del pagamento di tutti i debiti della Pa alle imprese», afferma il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. Gli fanno eco gli imprenditori veneti, riuniti nella Cgia di Mestre: «Stando alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal ministro Pier Carlo Padoan, dopo il 21 luglio sarebbero stati pagati altri 5/6 miliardi di euro. Pertanto, la cifra totale erogata sino ad oggi dovrebbe attestarsi attorno ai 31/32 miliardi di euro, pari al 56 per cento circa del totale stanziato. In termini assoluti alle imprese rimarrebbero da saldare altri 24/25 miliardi di euro». Continua il presidente dell’associazione di artigiani e piccole imprese, Giuseppe Bortolussi: «Nonostante gli sforzi fatti dagli ultimi esecutivi siano stati encomiabili, lo Stato italiano rimane il peggiore pagatore d’Europa». A dire che, anche qualora l’intero stock di debito accumulato nei confronti di fornitori di beni e servizi venisse smaltito dall’oggi al domani, nel frattempo -stanti i 165 giorni medi (pur in miglioramento rispetto al picco dei 180 giorni del 2012) per saldare le fatture- si accumulerebbero ulteriori fatture da evadere.

Fra le misure adottate, di particolare rilevanza è quella che permette agli imprenditori di certificare il proprio credito nei confronti dello Stato, per andare poi a cedere il credito stesso in cambio di liquidità. Stando ad un sondaggio Ispo, tuttavia, meno degli imprenditori conosco questa opportunità e, inoltre, sono stati in molti a non registrati sul sito dedicato per il timore di vedersi allungare ulteriormente i tempi. Segni di una sfiducia generalizzata, per recuperare la quale servirà ben più del pagamento degli arretrati. Questo, semmai, rientra nel minimo sindacale della responsabilità e del dovere. In specie se, quando si tratta di riscuotere, il pubblico è sempre preciso e poco incline a fare sconti.

Filippo Burla

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