Home » Crotone, smantellata cosca della ‘ndrangheta: le mani sul business immigrazione

Crotone, smantellata cosca della ‘ndrangheta: le mani sul business immigrazione

by Emmanuel Raffaele
0 commento

'ndrangheta cosca arenaCrotone, 15 mag – ‘Ndrangheta, migranti, uomini di Chiesa e fondi Ue. Queste le parole chiave – alcune delle quali ricorrenti nelle cronache degli ultimi mesi – della maxi-operazione con la quale ben cinquecento agenti, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e del procuratore capo Nicola Gratteri, hanno arrestato 68 persone appartenenti alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.

La compagine criminale, tra le altre attività, lucrava soprattutto grazie al business dei migranti e, nella fattispecie, alla gestione del centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, uno dei più grandi d’Europa con i suoi cinque ettari di superficie ed i mille e cinquecento migranti ospitati. Nell’operazione la cosca sarebbe stata praticamente smantellata ma, quello che è interessante scoprire, è che tra i fermati, colpevoli secondo l’accusa di favorirne gli affari, ci sono anche Leonardo Sacco, presidente della sezione calabrese e lucana e già vice-presidente nazionale dell’organizzazione cattolica “Fraternità di Misericordia” che gestisce il centro, ed il parroco don Edoardo Scordio: anch’essi sono accusati di associazione mafiosa, reati finanziari e malversazione. All’operazione “Johnny” hanno partecipato carabinieri del Ros e del reparto operativo, le squadre mobili di Crotone e Catanzaro, ma anche i finanzieri del nucleo di polizia tributaria e della compagnia di Crotone. Associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture sarebbero alcuni dei capi d’imputazione all’indirizzo degli arrestati. Secondo le indagini, degli oltre cento milioni di euro assegnati al Cara di Isola, non meno di trenta sarebbero finiti nelle mani del clan, che sul territorio di fatto monopolizzava ogni appalto pubblico e taglieggiava i commercianti. In mano alla cosca, grazie all’enorme fiume di denaro che confluiva nelle casse degli Arena, era anche la società di scommesse online Centurion Bet, più di cinquecento agenzie in Italia e ramificazioni in tutto il mondo.

La figura di Leonardo Sacco – volto pulito del clan, già consigliere d’amministrazione dell’Aeroporto Sant’Anna di Crotone, presidente della squadra di calcio di Isola, fotografato negli anni insieme allora Ministro dell’Interno Angelino Alfano in occasione della convention del Nuovo Centrodestra a Crotone ma anche, nel 2010, al battesimo del figlio di uno degli Arena, in cui faceva da padrino – avrebbe un ruolo cruciale nelle indagini. Già nel 2013, del resto, il centro era finito sotto inchiesta quando gli investigatori avevano scoperto che, sebbene il centro ospitasse in quel periodo oltre mille e seicento persone, i pasti consegnati ed intercettati da un posto di blocco davanti i cancelli del centro erano soltanto 674, circa la metà del necessario. Le indagini, però, non superarono mai la fase preliminare e gli affari della confraternita continuarono a crescere, anche grazie alla creazione di Miseri.icr, un’impresa sociale che – come accennato – acquisisce sia la squadra di calcio del paese, gestita in precedenza da Nicola Arena, poi finito in manette, che il 2% dell’aeroporto di Crotone. “La Misericordia si è fatta carico di questo, per portare avanti e togliere da queste mani lo sport di Isola di Capo Rizzuto”, aveva dichiarato a proposito del coinvolgimento “sportivo” Leonardo Sacco – sempre in prima fila alle iniziative contro la ‘ndrangheta – a suo tempo. Sempre questioni di “misericordia” l’avrebbero portato poi a “cercare di salvare l’aeroporto, che però purtroppo è fallito ugualmente”.

Invece, sembra più probabile siano state le connessioni politiche a permettere alla “Misericordia” di aggiudicarsi l’appalto per il centro di accoglienza di Lampedusa, per la quale gestione era stato chiamato inizialmente Lorenzo Montana, suocero di Alessandro Alfano che è – udite, udite – il fratello dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano.

Già nel 2011, del resto, altre indagini avevano portato al cambio di guardia nel servizio catering, assegnato alla ditta di Fernando Poerio, finché gli investigatori scoprirono i suoi contatti con uomini della ‘ndrangheta e sospesero il suo certificato antimafia. A sostituire “La Vecchia Locanda” fu la “Quadrifoglio srl” di Pasquale Poerio, cugino del precedente assegnatario. D’altronde, il mondo è piccolo, Isola Capo Rizzuto è piccolissima. Tant’è che anche il capannone che la “Misericordia” adibisce ad uso di protezione civile un tempo apparteneva ed è ancora oggi in mano ai parenti di Pasquale Tipaldi, uomo del clan Arena ucciso nel 2005.

Sempre la stessa cosca sarebbe responsabile di controllare anche diverse cellule locali operanti sulla costa ionica catanzarese, compiendo una lunga serie di atti estorsivi e danneggiamenti nell’area a sud di Catanzaro, da Borgia a Vallefiorita.

Emmanuel Raffaele

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati