Roma, 4 nov – Guido Crosetto e il 4 novembre. Finora un rapporto “istituzionale” e poco più. In epoca di vacche magre, per una festa ignorata, può essere un inizio.
Crosetto e il 4 novembre “omaggio ai caduti”
C’è la solita definizione della stampa, ripresa anche da Agenzia Nova. Il ministro della Difesa Guido Crosetto segue e parla del 4 novembre, il “Giorno di unità nazionale”, “Giornata delle Forze armate”, quasi come se non fosse del resto degli italiani. Un riconoscimento per i soldati che indubbiamente è intoccabile, e su quello il ministro rimane sul pezzo, come si suol dire, intervistato su Radio 1. Così si è espresso parlando di “donne e uomini dei quali io sono profondamente orgoglioso. In più il 4 novembre è anche memoria. Vuole essere un doveroso omaggio ai caduti italiani della Grande Guerra, ma anche di tutte le guerre e missioni nazionali e internazionali”.
Il sostegno a Kiev
Il tentativo di accoppiare la vicinanza a Kiev con il 4 novembre, però, proprio non ci sta. Dovevamo aspettarcelo, è chiaro, ma ciò non toglie che la nota sia stonata e che sia impossibile non notarlo. Così prosegue Crosetto: “Faccio mie le parole del presidente della Repubblica (Sergio Mattarella): l’Italia ha testimoniato fermamente con la sua politica estera la vocazione di pace. Più che mai, noi vogliamo essere protagonisti e fattori di stabilità internazionale. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo”. E infine aggiunge: “In questo momento lo sguardo di tutto il mondo è rivolto a quello che accade in Ucraina. Ebbene noi continueremo a sostenere con convinzione e determinazione Kiev e le sue forze armate. Siamo e saremo pronti a proseguire il nostro sforzo perché non lasceremo solo il popolo ucraino che è vittima di una aggressione inaccettabile”. Sono “momenti in cui è necessario schierarsi”. Tralasciamo quanto ci sia di libero in questo schieramento però, che è meglio. Specialmente in una giornata tanto importante.
Alberto Celletti