Roma, 18 ago – Enrico Letta la butta sul no vax. Così, a caso, ma forse nemmeno troppo. Una volta era l’antifascismo, e – intendiamoci – lo è ancora. Ma l’emergenza Covid ha generato un nuovo jolly di sinistra, una nuova carta da giocarsi quando non si sa più che dire: quella “no vax”, che poi sarebbe non vaccinato, ma identificato automaticamente come ostile al concetto di vaccino addirittura in generale, e assimilabile al classico no vax.
Letta sulle critiche a Crisanti: “A destra tutti no vax, migliaia di morti con loro”
In effetti ci eravamo un po’ disabituati a queste dinamiche, invero popolarissime fino a qualche mese fa, quando la pandemia è stata all’improvviso cancellata – o, forse, messa “in panchina” – dall’avvento della guerra in Ucraina, capace di farla sparire per un bel po’ come se mai fosse esistita. Le dinamiche di accusa, per un virus aereo che chissà in quante e quali occasioni può trasmettersi, a soggetti quasi sempre assolutamente sani che hanno la “colpa” di portarlo con sé e passibili di essere guardati quasi come assassini: i non vaccinati. Ma la sinistra li ha sempre chiamati “no vax”, come se fossero ostili ai vaccini in generale, e non nell’assurdità del contesto del Covid.
Ebbene, Enrico Letta riprende questa nuova, splendida tradizione di sinistra, per rispondere alle critiche subite per la candidatura del virologo Andrea Crisanti nelle fila del Pd alle prossime elezioni. E sfoggia tweet e dichiarazioni – riprese dall’Ansa – atte allo scopo: “A destra prevale la cultura no vax. Ce li ricordiamo gli ‘aprire, aprire, aprire'”, scrive. E prima ancora aveva scritto: “Se ci fossero stati loro, quante migliaia di decessi in più avremmo avuto?”
Affermazioni, tra l’altro, pure errate
La cultura no vax (ammesso di doverla ancora chiamare così), a destra, ha prevalso ben poco. Personaggi come Licia Ronzulli (Fi) sono stati tra i più feroci sostenitori dei vaccini e dell’emarginazione di chiunque – legittimamente, fino a prova contraria – avesse deciso di non inocularsi. Che non necessariamente ha significato essere “no vax”, che vuol dire una cosa ben più precisa, ovvero ostilità al concetto di vaccino in generale, non sulla questione specifica, come avvenuto nel caso della diffusione del corovnavirus.
A destra, a parte qualche parolina di circostanza, si è sostanzialmente avallato tutto ciò che è stato “proposto” dall’esecutivo di Mario Draghi. Qualche resistenza – meritevole di essere menzionata – in più sul fronte di Fratelli d’Italia (che non ne faceva parte), zero dalla Lega e ancora peggio da Forza Italia, che sulla questione, in pratica, ha avuto una linea politica da Pd 2.0. Ma l’accusa di “no vax” è come l’antifascismo: descrive un fenomeno inesistente contro cui scagliarsi in assenza di argomenti. Evidentemente, una tecnica che a sinistra cercano di applicare indefinitivamente. Un vero e proprio modo di (non) pensare.
Stelio Fergola
3 comments
si trovasse subito un lavoro in un giornale di feic nius francese tanto a quelli appartiene !
Si vede che le “Z” non sono ancora arrivate da noi!
La cultura antagonista al rifilare vaccini, farmaci, interventi chirurgici evitabili è sempre più forte… se ne facciano una ragione delle loro coglionate. O speravano di diluire e di spalmare su sprovveduti immigranti?! Non hanno fatto in tempo.
I decessi di covid in Italia sono stati 174mila.
In Germania 146mila
In Francia 150mila.
Grazie a Speranza e ai nostri virologi il record ce lo abbiamo noi.
La destra non avrebbe saputo fare meglio.