Roma, 14 ago – Chi ci capisce qualcosa è uno bravo davvero. La crisi di governo sta prendendo pieghe folli e inaspettate, dove l’unica certezza è l’incertezza. Difficile anche capire se Matteo Salvini, l’uomo che la crisi l’ha aperta, abbia una strategia chiara o se anche lui stia aggiustando il tiro dopo aver calcolato male alcune mosse. Ieri in Senato si è creata potenzialmente una nuova maggioranza, non più giallo-verde ma rosso-gialla, formata da tutte le forze politiche del non voto: Pd, 5 Stelle, LeU. Insieme hanno sconfitto Salvini nella battaglia del calendario: nessuna mozione di sfiducia a Giuseppe Conte verrà votata oggi (come voleva il leader leghista), il presidente del Consiglio si presenterà in Aula il 20 agosto per fare le sue comunicazioni e, forse, verrà messa ai voti la mozione di sfiducia.
Salvini a sorpresa: “Votiamo taglio parlamentari”
Ma il vero colpo di teatro ieri lo ha messo in pratica Salvini: nessun ritiro dei ministri – come sembrava in un primo momento – per rendere ancora più netta la crisi di governo, ma disponibilità a votare il taglio dei parlamentari e poi andare subito al voto. E’ la posizione espressa negli ultimi giorni da Luigi Di Maio, che il ministro dell’Interno aveva scartato giudicandola un escamotage per allungare la vita della legislatura di qualche mese. Per fare entrare in vigore una riforma costituzionale del genere servono mesi (più un eventuale referendum). Ma Salvini tira fuori il coniglio dal cilindro: avendo superato 3 passaggi parlamentari su 4, sostiene, la riforma può essere “congelata” e non varrebbe per il prossimo Parlamento ma per quello dopo ancora. Che si possa fare o meno non è sicuro, più di un esperto ha espresso dubbi in merito.
Mozione di sfiducia o taglio dei parlamentari?
Ad ogni modo Salvini con una mossa da scacchista esce dall’angolo e mette in difficoltà sia i 5 Stelle che il Pd. I primi dovrebbero sconfessare una posizione condivisa da Luigi Di Maio. Il Pd difficilmente potrebbe votare una legge contro la quale ha votato già tre volte. I pentastellati però sottolineano la contraddizione salviniana e chiedono alla Lega di ritirare la mozione di sfiducia al premier. Se non c’è un governo non si può votare il taglio dei parlamentari. Anche perché il calendario prevede che il 20 e il 21 agosto Giuseppe Conte sarà prima al Senato e poi alla Camera per fare le sue comunicazioni (ed essere eventualmente sfiduciato), mentre sempre a Montecitorio per il 22 agosto è stato calendarizzato il voto per il taglio dei parlamentari. E’ chiaro che con la sfiducia a Conte non ci potrebbe essere nessun voto il 22 sulla riforma costituzionale.
Renzi ha messo in difficoltà Salvini?
Come detto è difficile capire quale sia la strategia di Salvini. Forse non si aspettava l’iniziativa di Renzi e la conseguente ricucitura tra l’ex premier e l’attuale segretario Pd Nicola Zingaretti, con i due ormai (quasi) d’accordo per dare vita ad un esecutivo insieme ai 5 Stelle capace di rimanere in piedi per tutta la durata della legislatura. D’altra parte Salvini non si fida nemmeno di Forza Italia, visto che l’accordo con Berlusconi per un’alleanza elettorale alle prossime elezioni non è stato ancora formalizzato. Più di un parlamentare azzurro sarebbe disposto a sostenere un “governo istituzionale” piuttosto che consegnarsi al segretario leghista.
Insomma la strada verso il voto in autunno si fa sempre più difficile, anche se la possibilità resta in piedi. Intanto i parlamentari possono tornare alle loro ferie e passare un Ferragosto in famiglia. La partita è rimandata alla settimana prossima.
Davide Di Stefano
1 commento
E adesso quanti morti di fame stanno rialzando la cresta come quel figlio di ladroni renzi ,proprio a quest’ora su rai tre un beccamorto sta parlando contro salvini ha una faccia da infame leccaculo e non so nemmeno come si chiama e chi sia ma dalla faccia e’ un puttaniere culattone di sicuro. W SALVINI 300000000000000000000000000MILIONI DI VOLTE!