Roma, 13 set – M5S e Pd stanno ancora litigando sulla spartizione delle poltrone di sottosegretario e viceministro, 42 posti nel governo giallofucsia che il premier Giuseppe Conte sperava fossero assegnati per il Consiglio dei ministri di ieri. Ma così non è stato, infatti il Cdm è durato pochi minuti. Conte ha chiesto di chiudere entro oggi. In modo tale da annunciare la squadra per il Cdm delle 9.30. Ieri per un po’ è circolata la voce di uno slittamento delle nomine a martedì per via dello scontro su telecomunicazioni, energia ed editoria. E in serata, dopo un vertice M5S-Pd, è arrivato l’ok – a quanto pare – conclamato da una telefonata tra il segretario dem Nicola Zingaretti e il capo politico dei 5 Stelle Luigi Di Maio.
Il braccio di ferro sulle poltrone chiave
Dem e pentastellati si stanno scornando su alcune poltrone chiave. Come se non bastasse poi ci si mettono i pentastellati che stanno andando all’arrembaggio delle caselle ancora da assegnare. Tanto che si parla di 200 pretendenti in tutto: neanche fosse un “concorsone” pubblico. A nulla è valso l’espediente di Di Maio di chiedere cinque nomi per ogni commissione ai suoi gruppi parlamentari. I nomi sono arrivati e si è scatenato lo scontro interno. I posti in palio, lo ricordiamo, sono soltanto 42: 22 per i 5 Stelle, 18 per i dem, due per LeU (o forse solo uno).
Il posto da viceministro dell’Economia
I 5Stelle Laura Castelli e Stefano Buffagni si contendono il ruolo di viceministro all’Economia. Un ruolo da dove passano le nomine pesanti: sono circa 400 le poltrone di sottogoverno che l’esecutivo dovrebbe assegnare. Al Pd – che ha già Gualtieri come ministro – andrebbe solo un posto di sottosegretario per Antonio Misiani.
Lo scontro sulla delega all’Editoria
Altro scontro sulla delega all’Editoria. Per il posto sono in lizza i dem Andrea Martella e Walter Verini. Ma non è del tutto tramontata l’ipotesi di Giovanni Legnini. La poltrona di vicesegretario con delega all’Editoria fa però gola anche al grillino Emilio Carelli, che vanta un passato prestigioso nel mondo dell’informazione televisiva.
Lo scontro sulla delega alle Telecomunicazioni
Al ministero dello Sviluppo economico, il Pd vorrebbe Antonello Giacomelli, per la delega strategica alle Telecomunicazioni. Accanto a Giacomelli, i dem vorrebbero piazzare Gian Paolo Manzella per occuparsi di Energia. Ma i 5 Stelle sono contrari.
L’arrembaggio degli ex ministri
Nel frattempo, tra i pentastellati, diversi ex ministri vorrebbero rientrare nel governo con il “contentino” da sottosegretario. E’ il caso di Barbara Lezzi, che spera di restare nel ministero – il Sud – che ha diretto o Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa, pronta a rientrare come sottosegretaria all’Interno. Al Viminale c’è chi ipotizza solo due sottosegretari, per tenere basso il “tasso” di presenza politica, ma i contendenti sono tanti, i nomi potrebbero diventare quattro (in corsa per i dem rispunta anche l’antifascista a tempo pieno Emanuele Fiano).
Il totonomi
Sul fronte M5S, altri nomi in corsa sono quelli di Roberta Alaimo alla Pubblica amministrazione, Adriano Varrica ai Trasporti, Andrea Giarrizzo all’Innovazione. Praticamente certi quelli di Manlio Di Stefano agli Esteri, Vittorio Ferraresi alla Giustizia, Angelo Tofalo alla Difesa, Francesco D’Uva alla Cultura. Nel Pd si parla di incarichi per Marina Sereni, Roberto Morassut e Debora Serracchiani. Tra i renziani in corsa Anna Ascani (all’Istruzione), Luigi Marattin e Simona Malpezzi. E spunta anche il nome di Piero De Luca, figlio del governatore campano. Ai “compagni” di LeU potrebberoro andare, invece, due incarichi per Michela Rostan e Rossella Muroni.
Adolfo Spezzaferro