Roma, 27 lug – Ci sono volute oltre 10 ore di interrogatorio ma, alla fine, uno dei due studenti americani sospettati dell’omicidio del carabiniere Mario Rega Cerciello ha confessato. “Sono stato io ad accoltellarlo”, ha detto il 19enne agli inquirenti che lo avevano fermato insieme all’altro giovane, il cui ruolo nella vicenda resta ancora da chiarire.
Tradotti in caserma ieri mentre si preparavano a ripartire per gli Stati Uniti, i due studenti sono stati identificati grazie ai video delle telecamere di sorveglianza e all’incrocio dei tabulati telefonici dell’area in cui il carabiniere è stato ucciso. Fondamentali anche le analisi condotte dai reparti scientifici nella stanza d’albergo in cui gli americani si trovavano, a poca distanza dal luogo del delitto.
I dettagli dell’omicidio del carabiniere
Restano da definire i dettagli in cui si è consumato l’assassinio del vicebrigadiere. Stando alle prime ricostruzioni, gli americani sarebbero stati alla ricerca di droga, ma lo spacciatore a cui si erano rivolti li avrebbe “truffati” cedendogli una dose che in realtà si era rivelata una pastiglia di aspirina.
Da qui il furto della borsa e del cellulare del pusher, il quale a sua volta si è rivolto alle forze dell’ordine (tacendo ovviamente il suo ruolo, emerso solo successivamente: ora è ai domiciliari) riuscendo però nel frattempo ad accordarsi con gli studenti per riavere indietro il maltolto. 100 euro la cifra concordata come “cavallo di ritorno”, ma all’appuntamento per il riscatto hanno trovato gli agenti in borghese. Ne è nata la colluttazione in cui Rega Cerciello ha avuto la peggio: gli 8 fendenti con cui è stato ucciso il carabiniere sarebbero stati inferti con un punteruolo, anche se l’arma del delitto non è al momento stata rinvenuta.
Nicola Mattei
11 comments
L’ergastolo è previsto dal nostro CP e probabilmente ci sono gli estremi per applicarlo.
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La donna a cui era stata sottratta la borsa e il telefono in realtà spacciava…. e per farsi restituire quello che le avevano sottratto durante una compravendita di droga finita male, chiama le forze dell’ordine… Qualcosa non quadra…
è vero …..qualcosa non quadra …..
Perché il collega non ha sparato?
se non fosse per la tragica fine di un ingenuo carabiniere potremmo parlare di un tipico esempio di “commedia all’italiana”. Due consumatori di stupefacenti sono ingannati dallo spacciatore sull”aquisto del materiale e reagiscono sottraendo allo stesso certi effetti personali tra cui il telefono; e cosa fà lo spacciatore? Si rivolge ai carabinieri per recuperare il suo mal tolto (sic!!) I carabinieri, con una celerità sorprendente, si impiegano a recuperare il mal tolto…..e patatrac..uno di essi viene colpito a morte da uno dei due consumatori….più ci penso e più ho l’impressione di leggere, appunto, una “commedia all’italiana”
Qua il vero problema è: li manderanno all’ergastolo, oppure finirà come al solito quando ci sono di mezzo degli amerikani?
Volendo fare una sintesi sulla morte violenta del carabiniere a Roma , dalle informazioni di giornali e TV nazionali si desume che i carabinieri sarebbero stati chiamati dallo spacciatore (del quale non si conoscono ne nazionalita’ ne nome e cognome) , al fine di permettergli di recuperare il borsello con dentro il telefonino soldi e droga sottrattoli precedentemente dai due prima americani poi diventati statunitensi . È verosimile una spiegazione come questa sui giornali e TV di Stato ? Qualcosa non quadra . Non quadra anche il fatto che ancora prima della conclusione delle indagini si sia gia organizzato il funerale per il il 29 luglio. In altre situazioni violente i funerali sono avvenuti anche dopo mesi . Ripeto qualcosa non quadra . Romolo da Taranto
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