“Ho provato a insegnargli qualche altro motivo – dice Michela Rizzuti a La Nazione – occorre molta pazienza e precisione con le note. Ci provo, mi segue un po’ e poi torna su ‘Bandiera rossa’”. Il compagno pappagallino ha una fede politica incrollabile. E meno male che si trattava di un uccellino comunista: se avesse fischiettato “Faccetta nera”, ci possiamo scommettere, arrivava Berizzi a farci sopra un’inchiesta.
Cristina Gauri
Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.
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1 commento
Se lo avesse acchiappato il mio gatto nero sd lo sarebbe mangiato in un solo boccone.