Roma, 20 sett – Che sul contrasto all’arrivo dei clandestini il governo di Giorgia Meloni sia un disastro c’è ben poco da aggiungere. Come il premier insista nel promettere un futuro diverso, però, dà da pensare. Perché le parole, specialmente dopo figure del genere, andrebbero quanto meno commisurate.
Clandestini, Meloni: “Alla fine avremo la meglio”
Come riporta Tgcom24, sui clandestini Meloni fa dichiarazioni addirittura spavalde, affermando che non permetterà che “l’Italia diventi il campo profughi d’Europa”. Il premier si esprime a m argine di una cerimonia in cui ha deposto una corona di fiori al monumento di Cristoforo Colombo a New York. Il capo del governo parlerà oggi all’assemblea generale dell’Onu, e sul tema ha affermato che “bisogna dichiarare guerra ai trafficanti di uomini”. Poi insiste: “Ci vorrà il tempo che ci vuole, ma alla fine avremo la meglio”. Aggiungendo: “La situazione relativa all’emigrazione è ovviamente difficile: quanto è accaduto a Lampedusa nelle ultime ore è un problema libico, che finora è stato tenuto sotto controllo” ma ora si è complicato a causa delle inondazioni che hanno colpito il Paese, ha detto la presidente del Consiglio parlando con i giornalisti a New York. Noi continueremo a portare le norme che riteniamo necessarie, e a chiedere alle organizzazioni sovranazionali di fare la loro parte: ci vorrà il tempo che ci vuole, ma credo che alla fine avremo la meglio”.
In questo momento, meglio stare zitti e agire, perché le parole hanno stancato
C’è poco da fare, le parole hanno stancato, a quasi un anno dall’incarico del governo. Ci sarebbe bisogno tremendo di fatti di cui – senza alcun pregiudizio in analisi ma, semmai, sconforto – non si vede alcunché. Poi il pregiudizio nasce (non in analisi, ma nell’impostazione, nell’approccio), ed è naturale che sia così, perché viene a mancare la fiducia.
Alberto Celletti