Roma, 13 giu – Il centrodestra l’ha fondato Silvio Berlusconi: su questo dato oggettivo non c’è da discutere. Quando nel 1994 il Cavaliere con la sua “discesa in campo” propose l’alleanza all’Msi di Gianfranco Fini e alla Lega Nord di Umberto Bossi, di fatto, creò una coalizione che perdura ancora, con tutte le logiche variazioni che il tempo e le circostanze comportano.
Centrodestra e Berlusconi
Berlusconi era ormai un leader stanco, incapace di incidere come in passato nella politica italiana. Così stanco da cercare anche disperatamente di prendersi la scena, perfino in modo goffo, come avvenuto a ottobre scorso, quando poco prima della formazione del nuovo governo tentò di mettersi in mostra per togliere autorità al futuro premier Giorgia Meloni. In ogni caso la sua Forza Italia, a livello numerico, aveva ed ha futt’ora un peso strategico notevole nella coalizione, considerando che ha lo stesso numero di parlamentari dei leghisti. Il peso strategico che l’ex-presidente del Consiglio ha recitato per buona parte degli ultimi dieci anni non è stato secondario, soprattutto nella legislatura intercorsa tra il 2013 e il 2018 quando, con la “rimonta” alle elezioni dell’epoca, quasi raggiunse gli avversari a sinistra e riuscì a guidare per l’ennesima volta la coalizione. Certo, niente a che vedere con i periodi di governo e di opposizione precedenti, ma in ogni caso, sono gli anni del “Patto del Nazareno” con Matteo Renzi e di una contesa che lo vide sconfitto dopo la rottura dell’accordo (e l’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica) mantenendo una centralità sulla scena politica probabilmente insospettabile già allora. Il vero declino si ha con la scorsa legislatura, quella del governo gialloverde e dei suoi successori in “salsa piddina”: il Cav, ormai, parla da una posizione sempre più periferica, pur cercando di far valere, da buon istrionico, la sua classica verve.
La coalizione – e la politica – dopo il Cav
La morte di Berlusconi apre a delle riflessioni su quello che sarà il centrodestra dopo la sua scomparsa. Per molti anni, il Cavaliere è stato ritenuto l’unico in grado di tenere realmente in piedi il blocco politico in modo concorrenziale con la sinistra che, soprattutto negli anni Novanta del secolo scorso, veniva considerata la parte politica che in qualche modo avrebbe ereditato il potere occupato per più di quarant’anni dalla ormai morente Democrazia cristiana. In altre parole, senza Berlusconi non ci sarebbe stata nessuna gara possibile. E per quel periodo storico, sicuramente, è stato così. Successivamente, lentamente questa dipendenza si è affievolita e poi annullata. Ma al di là delle dichiarazioni del tutto “estetiche” del premier Giorgia Meloni (“Ora non litigheremo tra di noi, glielo dobbiamo”), la questione più interessante da affrontare è: chi occuperà lo spazio politico di Forza Italia? Qualcuno potrebbe pensare – in modo originale – che il partito possa sopravvivere a Berlusconi, ma appare praticamente impossibile vista l’immagine del fondatore fortemente saldata al consenso, pur residuale negli ultimi anni rispetto ai fasti del passato. La formazione politica del fu Cavaliere ha sempre avuto un’impostazione centrista, ed è naturale che “al centro” ci sia chi è più interessato a raccoglierne i consensi. Tutto vira, ancora una volta, verso Renzi. Il quale peraltro a quell’elettorato guarda da anni, ben da prima del divorzio dal Pd e della fondazione di Italia viva. Al punto da tentare perfino delle piccole mosse di avvicinamento al centrodestra, per ora molto circoscritte e fino a poco fa improbabili di suscitare interesse dall’altra parte. Ora però uno dei tre grandi leader della coalizione non c’è più, e le calamite potrebbero addirittura attrarsi a vicenda. A Meloni e Salvini non conviene lasciarsi scappare quell’8% come a Renzi conviene provare a farlo suo. Gli anni futuri, su questo aspetto, potrebbero essere interessanti.
Stelio Fergola
4 comments
Nella mia vita ho votato FI, Lega e FdI, non perché qualcuno di questi partiti o politici mi rappresentasse, nessuno di loro, tutti la stesa merda, solo perché non c’è un partito come vorrei, un partito italiano, che promuova e porti l’Italia veramente fuori da quel club sionista mafioso dell’UE, della NATO, dell’Euro, un partito che dia all’Italia la sovranità che merita. Questo è il momento giusto per crearlo, ma da persone oneste…vai a trovare gente onesta…in politica?…, persone che non hanno lavorato in nessuno dei partiti attuali. Dipende solo dagli italiani e non mi aspetto nulla dagli italiani. Un popolo dipendente dei Mainstream e rovinato culturalmente.
[…] Tempo di reset: come sarà il centrodestra (e la politica italiana)… […]
Marina Berlusconi farà sempre l’ indiana ? Mah…
È vero che Berlusconi ha sdoganato la destra, ma quale destra? Non quella delle virtù e della retta via.