Roma, 14 nov – A Bologna saranno state anche trecento camicie nere, ma la manifestazione era stata debitamente autorizzata e dalla parte dei pericolosi fascisti neanche una sigaretta gettata a terra è stata poi trovata. Casapound e Rete dei Patrioti, alla fine dei conti, hanno seguito le condizioni imposte dalle autorità. Dall’altra parte invece, dalla parte degli sciagattati dei centri sociali bolognesi, è venuto fuori il solito manicomio tipico delle loro manifestazioni di odio e di violenza contro chi in quel momento rappresenta il nemico.
L’insofferenza del sindaco di Bologna Lepore
Volendo allargare la visuale su quanto accaduto a Bologna, il nemico dei balordi rossi è la libertà di espressione e di manifestazione da parte di chi costoro non ritengono degno di esserne depositario. E dunque, laddove qualcuno osi contraddire i loro desiderata promuovendo il proprio pensiero, ecco che accade il finimondo e a rimetterci sono tendenzialmente gli uomini in divisa. I capricci poi, a questo giro, li ha fatti anche il sindaco Lepore di Bologna, il quale ha frignato per la presenza di trecento persone a lui invise che, dopo aver ottenuto le autorizzazioni necessarie, hanno manifestato nella città nobel per la resistenza. E se queste devono essere le conseguenze di avere attaccata sul petto la medaglietta del buon partigiano, beh che se la tenessero pure. La polemica ha riguardato anche il dove, poiché il primo cittadino non voleva Casapound neanche nelle vicinanze della stazione di Bologna, teatro decenni fa di una strage di matrice fascista, almeno stando al verdetto tutt’altro che privo di ombre dei tribunali. Come se i militanti di oggi fossero i terroristi di ieri.
Quell’odio per chi rivendica la propria libertà di pensiero
Una semplificazione barbara degna di una ignoranza cronica e di una faziosità ai limiti del ridicolo. E poi, oggi i pressi della stazione verrebbero vietati, domani tutto il centro città, dopodomani magari pure le periferie. Tra un mese Lepore piagnucolerebbe di nuovo ottenendo eventualmente la messa al bando del diritto di manifestare delle categorie politiche a lui sgradite su tutta la provincia di Bologna. E da Casapound si scivolerebbe su tutti i partiti di governo che non apprezzano il suo egocentrismo e le sue manie ecologiste che hanno dato vita alla ridicolaggine di una città che per decreto deve viaggiare a 30 chilometri orari. Bene ha fatto il ministro Salvini a denunciare pubblicamente la presenza di covi di esagitati con immobili occupati dai quali esce la teppaglia rossa che settimanalmente mette a ferro e fuoco le nostre città. Devono essere sgomberati con urgenza e, in caso di resistenza, accompagnati alla porta con lo sfollagente. Mentre a chi fa politica nobilmente, senza causare danni e rivendicando la propria libertà di pensiero deve essere garantito il godimento dei suoi diritti inalienabili. Piaccia o non piaccia a Lepore o alla Salis o a Raimo.
Lorenzo Zuppini