Napoli, 21 feb – Morire per 2000 euro di multa. In Italia, anno del terrore fiscale 2014, si può. Non siamo nella Francia di Robespierre ma a Casalnuovo, paese dell’hinterland napoletano. E il ruolo di membro del comitato di salute pubblica spetta, a questo giro, al locale ispettorato del lavoro.
I fatti. Eduardo De Franco, 43 anni, sposato e padre di tre figli, titolare di “Speedy Pizza”, si è visto comminare una sanzione pari a due migliaia di euro a causa della posizione non regolare della moglie che lo aiutava nella preparazione degli impasti. Se non avesse pagato nel giro di pochi i giorni, inoltre, l’attività avrebbe dovuto temporaneamente cessare. In mancanza della liquidità necessaria a far fronte alla spesa imprevista, Eduardo si era rivolto al fratello il quale, da cassintegrato Fiat, non è stato in grado di venirgli in aiuto. E così, di fronte alla prospettiva di una chiusura che avrebbe peraltro inficiato qualsiasi possibilità di raggranellare la somma, Eduardo ha deciso di farla finita.
I macabri dati che circolano da mesi sono inquietanti. Nel 2013 i suicidi imputabili direttamente o indirettamente alla situazione economica sono stati in media quasi uno al giorno. Le cause sono le più disparate: dalla perdita del posto di lavoro all’impossibilità di sostenere una famiglia, dalle ganasce fiscali all’azzeramento delle commesse, fino a quegli imprenditori -e nessuno li premierà con una medaglia d’oro al merito civile- che decidono per l’estremo gesto quando si trovano costretti a dover licenziare gli operai con i quali hanno lavorato per una vita intera.
Trecento e più morti in un anno sono cifre da guerra civile. E una delle parti in causa, pur con tutti i distinguo che si possono o vogliono fare, è lo Stato. Lo Stato del terrore fiscale. Lo Stato che limita la circolazione del contante dimenticandosi che la vera evasione si ha attraverso operazioni che non muovono una banconota. Lo Stato che fa finta di non vedere che di fronte ad una pressione del fisco effettiva che raggiunge -tutto considerato- il 60%, l’evasione diventa in molti casi sopravvivenza. Lo Stato che mette(va) all’asta la prima casa per importi irrisori. Lo Stato che impiega anni per saldare le proprie fatture nei confronti dei fornitori di beni e servizi, lasciandoli con il classico cero in mano.
Uno Stato che, ormai, è stato: non più soggetto comune della cittadinanza ma participio passato del verbo essere.
Filippo Burla
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