Roma, 14 giu – La domanda è: ma chi ci casca? La risposta, purtroppo, potrebbe non essere così scontata. Eppure la “svolta a destra” del Movimento 5 Stelle, con Grillo che chiede “la chiusura di tutti i campi rom” e Virginia Raggi che scrive al prefetto per chiedere “una moratoria sui nuovi arrivi di migranti a Roma” è una delle giravolte più patetiche che la politica italiana sia stata in grado di offrire negli ultimi tempi. E se almeno il padre padrone Grillo tutto sommato aveva mantenuto una certa ambiguità sul tema immigrazione, pur auspicando la Grande Sostituzione degli italiani ad opera degli immigrati, Virginia Raggi era finora stata una delle più ferme sostenitrici dell’immigrazione come “risorsa”, tanto da non discostarsi dalle posizioni più ideologiche di Laura Boldrini. Era solo il dicembre scorso, quando la Raggi diede dei “razzisti” agli abitanti di San Basilio, rei di aver “cacciato” una famiglia di immigrati da una casa popolare, famiglia che lei subito volle incontrare per ribadire le sue posizioni filo immigrazione.
E sempre al dicembre scorso risalgono le parole al miele che la Raggi spese sul tema immigrazione, durante l’incontro tenuto a Roma con i sindaci europei dal titolo: “Europa, i rifugiati sono nostri fratelli e sorelle”, in cui la “sindaca” parlava di Roma capitale dell’accoglienza in questi termini: “Roma è una città aperta all’accoglienza, disponibile al dialogo, al centro di migrazioni e scambi sociali ed economici tra diversi popoli. Il popolo italiano si è abituato a questa presenza di culture, etnie e religioni diverse e ha manifestato nei secoli la sua disponibilità all’accoglienza. Questo ci aiuta, ma sappiamo bene che di fronte al livello di criticità dei nostri giorni dobbiamo fare di più. In questo momento stiamo attuando azioni concrete per trovare un’accoglienza per ogni singola persona che arriva e offrire una soluzione di maggiore stabilità rispetto a tende o rifugi provvisori: vogliamo che tutti possano avere un tetto sulla propria testa”. E’ bastata una mezza batosta elettorale per farle rimangiare tutto. Mettere a confronto queste dichiarazioni, con le parole pronunciate oggi dalla Raggi farebbero pensare ad un disturbo della personalità.
Invece si tratta solo di cinico calcolo politico. “Trovo impossibile, oltre che rischioso, ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza, peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale”, scrive il sindaco di Roma al Prefetto, Paola Basilone. Addirittura le conseguenze di un numero consistente di immigrati (ora anche la Raggi non li chiama più “rifugiati”) sarebbero “devastanti conseguenze in termini di costi sociali”. Su Facebook poi la Raggi aggiunge: “Mi auguro davvero che il Governo tenga conto di queste mie parole e chiederò un incontro al responsabile del Viminale per intervenire sul tema degli arrivi incontrollati. La stampa di sinistra ha ironizzato sul programma della Raggi che assomiglierebbe sempre più a quello di CasaPound. “Virginia Raggi oggi ha perfettamente ragione: espellere i rom che chiedono elemosina con i minori, espellere i rom “nullatenenti” che girano con i macchinoni…Peccato che non lo farà MAI, lo dice solo perché sono finiti sotto CasaPound a Lucca. Iniziano ad avere paura”, scrive il vicepresidente di Cpi, Simone Di Stefano.
La realtà è che Virginia Raggi è ormai totalmente commissariata all’interno del Movimento 5 Stelle. Le sue prese di posizione sull’immigrazione sono chiaramente eterodirette, da Grillo e Casaleggio, ma anche da Di Maio, che ha recitato anche lui la sua parte attaccando il ministro Minniti definendolo “fuori dal mondo”, dopo che il Viminale aveva invitato la “sindaca” a fare la sua parte sull’accoglienza in risposta alla missiva inviata al prefetto. Il Movimento 5 Stelle, per arginare l’emorragia di consenso e la disastrosa amministrazione della Capitale, utilizza proprio Roma come trampolino di lancio per la “virata a destra” nazionale. “Stop. Questa storia si chiude qua. Ora a Roma si cambia musica. Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli”, ha dichiarato Beppe Grillo. “Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso è fuori. Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori. In più sarà aumentata la vigilanza nelle metro contro i borseggiatori. Nessuno prima d’ora aveva mai affrontato il problema in questo modo”. Insomma, la Raggi è ormai ridotta al rango di burattino all’interno del suo stesso Movimento, mentre grillo si è messo a recitare la parte del sindaco sceriffo. Una messinscena piuttosto goffa. Speriamo che gli italiani non ci caschino un’altra volta.
Davide Romano