Roma 10 Giu – Il 7 Marzo scorso sua eccellenza Barbara Spinelli, candidata di punta alle europee per la lista Tsipras, dichiarava con spocchio in una intervista all’Unità: «Per me è solo un sacrificio candidarmi. Non la voglio una poltrona e non mi serve visibilità, ne ho fin troppa. Se eletta lascio il seggio ad altri. Non faccio come Berlusconi o Grillo. Lo dico prima. Non c’è raggiro». Pausa. Rewind. Le cose che fanno ridere vanno sempre riascoltate almeno un’altra volta e la regola non può non valere per questa perla. La sinistra raccontata in una frase e nella sua successiva applicazione. Decadi di altezzosità e supposta superiorità morale che si infrangono e si sciolgono due mesi dopo, quando, sorpresa! (ma mica tanto) la Spinelli se ne esce con questa lettera: «Cari tutti, cari elettori, cari candidati e garanti della Lista “L’Altra Europa con Tsipras”, Ho molto meditato quel che dovevo fare, in considerazione della domanda sempre più insistente che veniva dagli elettori e da un gran numero di candidati, e ritorno sulle mie decisioni: accetterò l’elezione al Parlamento europeo».
Cari tutti insomma, un po’ meno caro Marco Furfaro, secondo eletto alla circoscrizione centrale, che ormai ci aveva fatto la bocca a prendere il seggio lasciato libero dalla Spinelli e che infatti ci è rimasto talmente sotto dal dispiacere da lasciarsi andare in una lettera pallosissima in cui attacca la fondatrice di Repubblica. «Siamo stati trattati come carne da macello» attacca Furfaro, che aggiunge «sono andato in tv per otto giorni come “eletto” perché mi rassicuravano dicendomi “tranquillo, facciamo una cosa con voi, Moni Ovadia e Barbara Spinelli” in cui si passi pubblicamente il testimone». Caro Furfaro, non so se ti hanno passato davvero al macello, ma di sicuro ti hanno trattato come un pirla. E quasi quasi mi fai pure rimanere simpatica la Spinelli, perché invocare per 365 giorni l’anno le primarie, la democrazia rappresentativa e le preferenze sulla scheda elettorale per poi lamentarsi e frignucolare quando non si è il più votato non è molto da giovani che vogliono costruire un’alternativa per il paese. O meglio si è da giovani, ma da giovani viziati. E poi basta con sta storia del giovane come categoria politica.
Il cambio di umore della Spinelli ha sollevato comunque un polverone a sinistra. Chi di petizione ferisce di petizione perisce si potrebbe dire, visto che la promotrice, assieme a MicroMega, della raccolta firme per impedire nel 2013 l’accesso al senato di Berlusconi è stata oggetto di due petizioni contrapposte entrambe ospitate sul sito change.org. Sarà stata la confusione così ingenerata, ma molti si son ritrovati a sottoscrivere la richiesta sbagliata e a votare perché la Spinelli rinunciasse al seggio. Il caso più eclatante quello di Sabina Guzzanti che così sintetizza la questione con un tweet: «Ho fatto una cazzata a forza di firmare appelli ho firmato quello sbagliato». Ecco Sabina mai hai detto verità più sacrosanta. Le penne lasciatele a casa più spesso, che non ne avvertiamo l’esigenza. A questo punto il ponzi ponzi popo po della pubblicità del gratta e vinci sarebbe il commento più efficace per dirimere la questione, però in uno slancio di buonismo mi sento di tranquillizzare la Spinelli: Barbara, non sei come Silvio. Almeno lui non si ammanta di un ‘aurea cosmica di rettitudine e onestà e neanche nei suoi più profondi deliri di megalomania avrebbe dichiarato, dopo una campagna elettorale dove per nostra fortuna e buon gusto sei stata oscurata dal culo dell’addetta stampa, di avere fin troppa visibilità.
Luca Cielocamminatore