Roma, 2 set – “Atac deve rimanere pubblica, Atac deve rimanere di noi tutti”: è con questo annuncio che il sindaco di Roma Virginia Raggi ha comunicato l’avvio della procedura di concordato preventivo con la quale l’azienda capitolina della mobilità, da tempo in grave difficoltà, tenterà in extremis di uscire dall’angolo nel quale anni di malagestione (compresa quella dei Cinque Stelle) l’hanno confinata.
La decisione del consiglio di amministrazione di affidarsi al concordato preventivo trova il plauso della Raggi: “Chiediamo ai dipendenti e ai cittadini – scrive il sindaco in un lungo post su facebook – di seguirci in questo percorso di rinascita e aiutarci a rilanciare l’azienda di tutti noi. Non siamo legati a logiche clientelari, non dobbiamo niente a nessuno. Questo ci rende liberi. Abbiamo un obiettivo chiaro: Atac non deve finire nelle mani di privati che puntano esclusivamente a fare cassa sulle spalle dei romani e dei dipendenti”. Al di là dei discorsi sull’onestà e contro i poteri forti, il punto di snodo della vicenda riguarda la scelta di affidarsi al concordato preventivo, che da strumento salvifico rischia di trascinare nel baratro non solo Atac, ma proprio l’intera città.
Il concordato preventivo nasce come istituzione per superare le crisi aziendali e, con esso, la società propone ai creditori un accordo (il concordato, per l’appunto) al fine di ridurre o ristrutturare situazioni critiche come, principalmente, l’esposizione debitoria al fine di evitare (cioè prevenire) il fallimento. Senza considerare i problemi di assenteismo, carenti manutenzioni, una flotta che definisce vecchia è usare un eufemismo, Atac, ad oggi, ha debiti che sfiorano gli 1,4 miliardi di euro. Di questi, 325 milioni sono con i fornitori, mentre i crediti che il comune di Roma vanta nei suoi confronti ammontano a 425 milioni. È attorno a questa cifra che si palesa il rischio per il bilancio del Campidoglio: se Atac dovesse raggiungere un accordo sufficiente a garantire la sua operatività futura – e si parla di rinunce importante da parte dei creditori – la Raggi si troverebbe costretta ad iscrivere a bilancio una svalutazione non indifferente, potenzialmente capace di far saltare conti che a loro volta non sono proprio in sicurezza. “Si rischia di passare dal commissariamento dell’Atac a quello del Comune” ha spiegato, nel corso di un’intervista a Repubblica, l’ex assessore al bilancio Andrea Mazzillo.
Filippo Burla
2 comments
non so perché ma il mio commento di ieri….non ha passato il vaglio dei moderatori. Eppure non vi era nulla di offensivo. Mah
[…] la strada del concordato rischia di essere problematica anzitutto per le casse del Comune, emergono in questi giorni altri guai. In non pochi, infatti, sembrano già volersi opporre. Fra […]