Milano, 6 mar – C’è una notizia di questi giorni, riguardante Milano, che si è persa. Una notizia non clamorosa, ma di quelle che rivelano situazioni inquietanti. Si è persa anche perché tutti gli spazi informativi erano impegnati nel raccontare enfaticamente, prima, durante e dopo, la magnifica marcia antirazzista denominata “People”, gonfiata da una variopinta tribù che ha sfilato per il centro città con in testa i Sala e le Boldrini, accompagnati da una corte di giullari dell’accoglienza. “L’Italia migliore” si sono definiti. Va beh…
Maria
E la notizia era di quelle che avrebbero stonato con la narrazione eccitata di Repubblica, con i proclami di Bisio, con le sentenze di Saviano. E’ successo che nei giorni scorsi, a Milano, è stata arrestata una donna africana, considerata uno dei capi dello spaccio nella zona della stazione Centrale. Si tratta di una ventisettenne del Gambia, che, a quanto pare, tutti conoscevano come “Maria”, presa dagli agenti per aver violato l’obbligo di dimora e di firma a Novara. E qui si scoprono tante belle cose: in tre anni era stata controllata più di 15 volte, negli ultimi due mesi arrestata due volte per il possesso di importanti quantità di droga. Secondo gli investigatori era lei che riforniva molti dei pusher della Centrale.
Icona di solidarietà
E pensare che “Maria”, descritta come una ragazza di bassa statura ma piuttosto in carne, per qualcuno, per un certo periodo, era diventata persino un’icona della solidarietà in favore di altri immigrati. Quando la stazione era divenuta teatro di una vera e propria emergenza per i continui arrivi di stranieri, distribuiva in piazza cous cous (con tanto di pentolone) e acqua minerale: pochi euro e scattava il binomio business-solidarietà. In realtà, i suoi veri affari consistevano in altro. Per gli inquirenti la giovane africana era una vera e propria leader dello spaccio di hashish e marijuana, a capo di una decina di connazionali dediti alla vendita “al dettaglio”. Poche sere fa le hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip. Si tratta di un aggravamento delle precedenti misure restrittive (da lei mai rispettate), cioè l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di dimora in città. Parliamo di una con permesso di soggiorno scaduto nel 2017, controllata una quindicina di volte negli ultimi tre anni, colta in flagrante in due occasioni solo da inizio anno, prima con 200 grammi, poi con mezzo chilo di marijuana. Ma c’è di più: nei mesi scorsi, era stata trovata in possesso di una decina di involucri pieni di cocaina.
Chi si contende la Stazione Centrale?
Certo, non è che l’arresto dell’intraprendente gambiana cambi più di tanto per quanto riguarda lo scempio della stazione Centrale, luogo di spaccio “h24”. Quello è il regno incontrastato di tre gruppi di africani: due del Paese d’origine della santa donna in questione e una di nigeriani, a quanto pare molto aggressivi con tutti, anche passanti e forze dell’ordine, in barba ai famosi blitz, che finiscono spesso in colluttazioni provocate dagli stessi personaggi. Lasciamo a chi ci legge il compito di commentare una situazione del genere, nel cuore della Milano di Sala e di quelli che si dicono “l’Italia migliore”.
Fabio Pasini
2 comments
dovremmo prendere esempio dalla Thailandia,dove chi spaccia droga finisce al muro,o dalle Filippine,ma qui siamo sotto una DITTATURA DEMOCRATICA gestita dalla sinistra, maestri di disastri socio economici ed umanitari…
[…] la Disneyland degli immigrati: coccolati, protetti (anche troppo – soprattutto nella zona della Stazione Centrale), foraggiati, difesi nei loro diritti; mentre questi ultimi, scaricati entro i nostri confini da […]