Torino, 24 apr – Dove non arriva il consenso dei legislatori, ci arrivano l’arroganza e le manie di protagonismo di sindaci e magistrati. Stiamo parlando dei cosiddetti «vuoti normativi» in merito a ius soli e famiglie omosessuali che primi cittadini e toghe progressiste hanno la presunzione di colmare in solitaria, strafregandosene di tutto e di tutti. E così ieri Chiara Appendino, sindaco della Torino pentastellata, ha registrato all’anagrafe tre bambini nati all’interno di coppie omosessuali, o «omogenitoriali», come comanda la neolingua del politicamente corretto. Il tutto, ovviamente, senza la disposizione di alcun tribunale.
Per uno dei bambini è stata registrata come «madre» Chiara Foglietta, consigliere comunale di Torino in quota Pd, che così esulta: «Questo è il primo bambino nato in Italia da due mamme a poter risultare fin dalla nascita come figlio di due madri. Dobbiamo ringraziare la sindaca Appendino e tutti quelli che in questi anni hanno combattuto per il riconoscimento di diritti che dovrebbero valere per tutti». Mentre la compagna di Foglietta rivela: «Abbiamo fatto anche la richiesta al tribunale di dare il doppio cognome. Questa è un riconoscimento di uguaglianza e non un privilegio». E certo: me ne frego del tribunale quando devo registrare un bambino, ma gli chiedo di potergli dare il doppio cognome.
In questo delirio fatto di arroganza e illegalità (perché di un atto illegale si tratta), ecco come la Appendino in persona ha giustificato questo arbitrio: «Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli. Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l’auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente». Forse sarebbe il caso di spiegare al sindaco che provvedimenti del genere si decidono in sede parlamentare, non certo riscrivendo la legge a proprio uso e consumo («forzando la mano»). E comunque, se voleva aprire un dibattito, l’Appendino poteva tranquillamente organizzare una conferenza, invece di legittimare una situazione in cui dei bambini saranno sin da subito orfani di un padre o di una madre
Elena Sempione
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1 commento
“nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli.”
inutile dire che codesto Appendino-pensiero potrebbe benissimo applicarsi anche ai matrimoni poligami,quindi che famo ? registrerete anche quelli ?
in ogni caso per far “declinare” (diciamo così) la giornata al sottoscritto è stato sufficiente leggere “sindaca” e “omogenitoriali”…