Roma, 2 apr – Mentre Milano è ancora scossa per l’uomo ucciso, fatto a pezzi e bruciato da due colombiani alla periferia Nord della città, arriva la notizia della conferma da parte della Cassazione delle condanne per i salvadoregni che nel 2015 aggredirono a colpi di machete due capitreno delle Ferrovie Trenord.
Nessun ravvedimento
Sono così diventate definitive le condanne a quattordici anni di reclusione per Jackson Lopez Trivino (25 anni) e a dieci anni per il quarantenne Andres Lopez Barraza. Un terzo immigrato, José Rosa Martinez, che sferrò materialmente i colpi, era stato condannato a dodici anni in Appello e non aveva presentato ricorso davanti alla Suprema Corte. Secondo i giudici i salvadoregni, che in secondo grado avevano già ottenuto uno sconto di pena, non meritano il riconoscimento di attenuanti, “ineccepibilmente negate per la gravità dell’azione delittuosa, delle modalità particolarmente efferate della sua realizzazione”, anche in ragione di “una condotta poco collaborativa e priva di alcun segnale di ravvedimento”.
I fatti
Ricordiamo cosa successe quella drammatica sera dell’11 giugno 2015 su un treno che viaggiava tre le stazioni di Milano Certosa e Villapizzone. Due dipendenti di Trenord, Carlo Di Napoli e Marcello Magagnin, si avvicinarono a un gruppo di sei persone chiedendo loro di esibire un regolare titolo di viaggio. Per tutta risposta furono brutalmente aggrediti, prima con calci e pugni, quindi con micidiali colpi di machete. Di Marco, che rischiò di morire dissanguato, ebbe un braccio semiamputato, mentre il collega Magagnin riportò serie ferite alla testa. Un atto di violenza inaudita e fuori da ogni immaginabile proporzione.
Mara Salvatrucha
Si scoprì poi che gli aggressori erano membri della temibile gang Mara Salvatrucha (MS-13 la sigla e firma) di cui abbiamo avuto modo di dire raccontando l’ascesa delle bande latinoamericane che hanno messo preoccupanti radici in Italia, a Milano e Genova in misura più rilevante. La ferocia di queste gang, importante dal Centro America e dagli Stati Uniti dove pure sono cresciute, è un fatto conclamato. Che questa si possa sprigionare con tale facilità nelle nostre città è un’altra realtà con cui dobbiamo fare i conti. Parliamo di gente che ti fa a pezzi senza troppi problemi, altro che integrazione; si tratta di smembramento, di corpi, prima ancora che di identità.
Fabio Pasini
5 comments
Vergognosa sentenza,saranno liberi fra 4 , massimo 5 anni……… Questo è l’ennesimo regalo di una sinistra ignobile e codarda che ha reso le nostre città invivibili, riempiendole di fecciaglia proveniente da ogni dove……… I suddetti signori erano da vergare e rispedire a scontare la pena nel loro paese………indegni di essere parte di una società civile.
Alla barbarie è necessario opporre una barbarie maggiore, altrimenti si perde la guerra.
Ammazzateli!
Devono fare la galera al loro paese.
Non si capisce perché gentaglia extracomunitaria senza arte e nè parte possa venire a delinquere in Italia in tutta tranquillità, se ci fosse una legge per la quale se sei extracomunitario non puoi vivere e lavorare in Italia e se vieni beccato che lo fai ti fai un anno di galera per intero ed espulsione a vita e allora tutta sta gentaglia extracomunitaria non avrebbe mai messo piede in Italia!!