Roma, 12 giu – Cordoglio per Silvio Berlusconi, scomparso oggi (con tutti i pro e contro del personaggio) ma – consentitecelo – felicità immensa per la fine, almeno teorica, dell’antiberlusconismo, ovvero una delle più colossali idiozie di massa che il nostro Paese abbia vissuto. Un’illusione, una sottospecie di abbaglio collettivo (per di più, come al solito, interessante la solita minoranza culturale ed elettorale che domina la Nazione da cinquant’anni), e forse non è sbagliato neanche inquadrarlo come una specie di ritardo mentale, vista la concentrazione che ha comportato per parte dell’opinione pubblica su questioni a tratti incredibili distraendola dal fosso che – letteralmente – l’Italia si stava scavando sotto i piedi.
Antiberlusconismo, ovvero “dagli ai nemici immaginari” mentre la Nazione sprofonda
È così. Chi scrive ha una visione politica e soprattutto economica diametralmente opposta a quasi tutto quanto professato dal signor Silvio Berlusconi in vent’anni di politica da assoluto protagonista. Il Cavaliere era il tipico rappresentante della destra liberista e finanziaria, ben distante da un approccio sociale all’economia che non ha mai abbandonato i post-fascisti del secondo dopoguerra. Tanto è che, quei post-fascisti, furono inglobati proprio da Berlusconi per poi – praticamente – essere condotti all’irrilevanza ideologica. Ma al netto di questa precisazione doverosa, c’è da dire che non è stato il signor Silvio Berlusconi a distruggere l’apparato industriale pubblico della nostra economia: probabilmente, lo avrebbe fatto se si fosse trovato al governo nella seconda metà degli anni Novanta. Fatto sta che gli iper-liberisti “de facto” sono stati altri e sì, vengono proprio da quella sinistraccia che straparla di diritti senza mai interessarsi di quelli sociali, che fa i sermoni sul “più Stato” dopo averlo letteralmente disintegrato nello spazio di 4 o 5 anni (governi Prodi e D’Alema). Mentre ci consegnava definitivamente al cappio di Bruxelles, a suon di tasse e di mazzate di ogni genere.
Un ritardo mentale di massa
E l’intelligentissimo “popolo della sinistra” (inconsapevole e “periferico” o direttamente “diessino” poco conta, sono uguali) nel frattempo che faceva? Se la prendeva con Berlusconi, il criminale, il mafioso, il truffaldino. Addirittura l’eterosessuale. Facendo la conta dei procedimenti penali a cui veniva sottoposto senza mai – e dico, mai – porsi il minimo dubbio sul loro numero spropositato e senza mai – dico mai – contabilizzare anche le volte (la stragrande maggioranza, quasi tutte) da cui il Cav ne era uscito addirittura innocente (e non soltanto prescritto, come amano dire i geni di cui sopra). Senza dover per forza santificare Berlusconi (cosa che ci guardiamo bene dal fare) basterebbe soltanto accendere il cervello. Accenderlo sul fatto che mentre il lavoro pubblico era stato distrutto dalla sinistra senza che i cosiddetti “difensori sociali” muovessero un dito, un tsunami veniva generato soltanto per aver immaginato, da parte berlusconiana, di togliere il mai troppo dimenticato “articolo 18” dallo Statuto dei lavoratori. Festeggiando come fosse Capodanno quando lo stesso Berlusconi veniva defenestrato da Bruxelles nel 2011, per aver tentato una delle poche cose realmente buone della sua vita politica: provare a resistere a un sopruso evidente. Si opponevano addirittura al Mose, gli intelligentissimi: lo stesso che sta salvando Venezia dalle mareggiate da anni, in quanto un progetto troppo sostenuto dallo stesso ex presidente del Milan. Dimenticandosi – ma questa è una considerazione extrapolitica – del valore immenso che dal punto di vista socioeconomico un personaggio come Berlusconi ha apportato all’Italia, dando lavoro a centinaia di migliaia di persone (e in modo ben retribuito) sia con le sue imprese edilizie che televisive. È finito l’antiberlusconismo, ed era proprio ora. Ma sospettiamo che l’idiozia di nuovi ritardi mentali di massa sia dietro l’angolo. Basta solo il personaggio giusto contro cui scagliare la propria totale assenza di argomenti: culturali, sociali, economici e nazionali.
Stelio Fergola