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Acca Larenzia, ci risiamo: pronti alle richieste di “giuramenti antifà” alla Meloni?

by Stelio Fergola
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Acca Larenzia

Roma, 10 gen – Ci risiamo, Acca Larenzia è l’ultimo capitolo di una storia, quella della sinistra, che non avendo più nulla da dire a livello politico si sfoga sulla storia. Senza alcun rispetto per i morti, che per carità, quelli non contano e non hanno dignità, come avevamo già sottolineato.

Acca Larenzia, il governo tentenna, la sinistra gongola

Il governo mostra per l’ennesima volta, in queste ore, di essere paralizzato. Tra il “democristiano” Matteo Salvini che dice che “chi si dichiara fascista o comunista nel 2024 mi fa tenerezza; è stato sconfitto dalla storia. Fortunatamente, il comunismo e il fascismo che hanno portato guerre, morte, fame e miseria, non torneranno. Sono proiettato nel futuro e non nel passato; spero che anche la politica guardi al futuro e che questo dibattito finisca”. Mettendoci ovviamente pure il comunismo al solo scopo di “non mollare” le suggestioni dell’elettorato, sia chiaro. Peggio ancora Matteo Piantedosi che, tanto per cambiare, non sa cosa dire. Quanto osservato “suscita indignazione”, però “vietare è controproducente”: un colpo al cerchio e uno alla botte, come al solito. Nemmeno La Russa si salva granché, dal momento che lancia il sasso dell’incertezza del “reato di apologia del fascismo” ma poi, non sia mai, ribadisce che “FdI è estranea”. In questo quadro tragicomico di paralisi e di paure, la sinistra finisce per risultare perfino meno ridicola di quanto dovrebbe…

Pronti alle nuove “richieste di antifascismo” alla Meloni?

Ci risiamo, in un clima che francamente è di una noia mortale, anche perché sono tutte scene già viste. Il governo che ha paura anche di dire “a”, la sinistra che attacca e si indigna per qualsiasi scemenza tranne che per la morte di tre giovani innocenti, ma soprattutto l’opposizione che “chiede una presa di posizione di Giorgia Meloni”. Ma di quale “presa di posizione” si parla? La solita: la dichiarazione di antifascismo, di lontananza da certi gesti “inaccettabili” e via discorrendo. Immagini soporifere di una politica altrettanto soporifera. D’altronde, quando oltre alla sinistra italiana ci si mettono anche i liberali Ue di Renew Europe, il cui capogruppo Stephane Sejourné ha dichiarato: “Speravamo che cose simili appartenessero al passato e siamo profondamente preoccupati”, cosa si può fare se non “chiedere scusa” e fare la solita ammenda? La Meloni ha le solite due strade davanti a sé: trattare questi piagnistei ridicoli per quello che valgono, oppure sottomettersi con mestizia. Acca Larenzia, oggi più che mai, mostra il suo lato tragico anche in questo.

Stelio Fergola

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