Roma, 1 mag – «Le ordinanze introdotte dal Veneto non sono in contrasto con il Dpcm ma vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino». Così ha dichiarato Luca Zaia, a proposito delle ultime ordinanze emesse con cui ha dato il via libera a spostamenti verso le seconde case in Regione e verso le barche per motivi di manutenzione, e al take away, anche con la formula del ritiro in auto.
E a proposito delle minacce di diffida, ventilate ieri dal ministro Boccia nei confronti dei governatori che decideranno di non rispettare le misure contenute nel Dpcm, aggiunge: «Le battaglie legali non portano a nulla. Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà; penso che per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza ci sia la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo», è la posizione definitiva del governatore.
«Il Veneto può aprir tutto», ha aggiunto Zaia, previa ovviamente «una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura». Questo non significa certo un «liberi tutti» o pensare che l’emergenza sia terminata: «stiamo convivendo col virus. La mascherina è una delle condizioni sine qua non per fare questa battaglia», puntualizza. Il governatore si dice propenso alla apertura «regionalizzata», partendo da quelle meno colpite. «Penso che la direzione, sentendo i vari colleghi, andrà verso la riapertura differenziata tra le regioni».
Obiettivo 30mila tamponi al giorno
Per quanto riguarda i tamponi, Zaia spiega: «Abbiamo un piano, che speriamo possa diventare operativo a settembre, che viaggia sui 30 mila tamponi al giorno». L’ambizione sarebbe farne ancora di più e per questo «è stato deciso di acquistare altre tre macchine oltre a quella già esistente a Padova. Macchine che consentono di fare 9mila tamponi giornalieri che saranno messe negli hub di Treviso, Vicenza e Venezia. Se riuscissimo ad acquistarle, potremmo arrivare a fare 50mila tamponi al dì», è la previsione. La capacità giornaliera è attualmente di «11-12 mila tamponi quotidiani». E qui si dice in disaccordo con il Comitato tecnico-scientifico: «si parla tanto dei numeri dei contagiati come parametro: ma se uno non fa tamponi, non ha contagiati. Finisce che il virtuoso viene più penalizzato di quello che non li fa. Ora siamo a circa 350mila. Non ci sono altre realtà che hanno fatto tanti test come noi».
La questione minori
Zaia si è pronunciato anche sull’altro nodo cruciale: la cura e la tutela dei minori «che non hanno la possibilità di essere seguiti dai genitori che devono andare al lavoro. Continuiamo a dire che una misura urgente e straordinaria ci vuole subito», avverte «perché aprire tutto il 4 mattina e sapere che ci sono dei minori che inevitabilmente rischiano di stare da soli a casa, penso non sia sostenibile». E lancia un appello al Ministro dell’Istruzione affinché vengano attivate «tutte le misure possibili e immaginabili rispetto a quello che è scuola e edifici scolastici; dall’altra il Governo per il discorso del congedo parentale che sia sostenuto per bene finanziariamente ed eventuali spese per baby-sitter». Il governatore infine segnala la disponibilità della Regione «a metter in piedi un network di diverse strutture (scuole paritarie, asili, grest, centri estivi, associazioni sportive), una rete sociale di gestione dei bimbi che hanno necessità di assistenza mentre i genitori sono al lavoro».
Cristina Gauri